di Fabio C. Maguire
Il Segretario Generale della Nato, Jens Stoltenberg, ha dichiarato, ad un’udienza delle Commissioni degli Affari Esteri, Difesa e Sicurezza del Parlamento Europeo, che “l’Ucraina non è mai stata così vicina all’adesione alla NATO come lo è adesso.”
Il rappresentante dell’Alleanza ha chiarito che a Vilnius sono state prese scelte importanti, una serie di decisioni che avvicineranno l’Ucraina alla NATO.
Stoltenberg ha ribadito che Kiev sarà un membro dell’Organizzazione Atlantica, informando di aver indicato ulteriori tre elementi per completare questo passaggio repentinamente.
É stato adottato un pacchetto di assistenza globale, concordando il suo finanziamento per raggiungere la piena compatibilità dell’esercito ucraino con la NATO, ha dichiarato Stoltenberg.
É stata rafforzata la cooperazione politica attraverso lo strumento del “Consiglio NATO-Ucraina”, dove i delegati si incontreranno da pari per prendere le decisioni.
Inoltre, è stato annullato l’attuazione del Piano d’azione per l’adesione dell’Ucraina, un’iniziativa che velocizzerà il percorso d’ingresso di Kiev nell’Alleanza.
Sebbene le parole del Segretario Generale siano solo speculazioni per i salotti televisivi, accogliere l’Ucraina nella NATO servirà esclusivamente ad esacerbare la situazione e a prolungare il conflitto.
In sede di negoziati, la Russia aveva preteso dall’Ucraina, come condizione prioritaria, la neutralità del paese con la possibilità di intraprendere liberamente relazioni politiche ed economiche con l’Occidente.
A Bruxelles, Londra e Washington che la crisi potesse essere risolta politicamente non era ammissibile e perciò, per la volontà del duo anglosassone, i negoziati vennero frettolosamente interrotti.
Dopo un anno e mezzo di scontri, la situazione sembra essersi notevolmente deteriorata per l’Ucraina, sia da un punto di vista militare che politico.
Il sostegno di Washington inizia a vacillare, specialmente in prospettiva delle presidenziali del 2024.
Se è vero che la maggioranza del Consiglio di Stato è determinata a continuare a sostenere l’Ucraina, molti dei cittadini americani, secondo la CNN il 55%, iniziano ad avvertire una certa stanchezza a sentir parlare di Kiev.
Sebbene Donald Trump sia stato assiduamente perseguitato dalla magistratura statunitense, i sondaggi lo danno ancora avanti con non pochi punti di scarto dai suoi inseguitori.
Il pericolo, per i guerrafondai d’oltreoceano, potrebbero essere le capacità di The Donald di porre fine alle ostilità in sole 24 ore, come lui stesso ha dichiarato.
Ma anche altri candidati repubblicani, come Vivek Ramaswamy e Ron DeSantis, si sono espressi fortemente contrari al proseguimento della guerra in Ucraina, come anche il candidato democratico Kennedy Jr.
Dunque, le ali politiche che vengono definite il “futuro del partito” sono totalmente sfavorevoli ad un conflitto con la Russia, specie se possa far avvicinare Mosca a Pechino.
Infine, che Stoltenberg vada a raccontare in giro che l’Ucraina sarà prossimamente un membro dell’Allenaza è un’ipocrisia, perché per l’Ucraina non ci sarà mai posto nella NATO che sia per volontà di Mosca o di Washington.
Se la Casa Bianca dovesse perseguire la sua guerra per procura contro Mosca e fosse ancora intenzionata a far aderire Kiev all’Organizzazione, la Federazione Russa farebbe scomparire dalle cartine geografiche il paese.
Se la Casa Bianca cambiasse strategia, con la vittoria di uno dei candidati “pacifisti”, allora l’Ucraina neanche in quel caso entrerebbe nella NATO perché sarebbe proprio Washington a bloccare il processo d’adesione per non deteriorare ulteriormente i rapporti con Mosca.
L’Ucraina non entrerà nella NATO, questa è una condizione che sarà fatta rispettare o con la politica, dagli USA, o con la forza militare dalla Russia.