Volevano ucciderlo con la figlia. Non ci sono riusciti. Hanno ucciso “solo” sua figlia davanti ai suoi occhi. Hanno ammesso, per bocca della stessa CIA, che l’operazione terroristica è stata preordinata da Kyev cercando di negare ridicolmente il proprio coinvolgimento. Oggi, a nome e per conto di tutto l’Occidente, in particolare della codarda Europa, gli USA lo sanzionano. Sanzionano il filosofo, il sociologo, il geopolitico… le sue idee; e tutto questo la chiamano libertà, democrazia occidentale, giustizia, bene per l’umanità. Aleksandr Dugin non potrà più venire dall’Europa orientale (Russia) in Europa occidentale.
Non potrà più venire in Italia. Pensano che immobilizzando il fisico si possa paralizzare anche lo Spirito, arrestare la traettoria delle idee. Ma le idee sono come il vento, che può farsi buriana (da Burian, il gelido vento dell’Est), tanto invisibile quanto potente e manifesto nella sua azione, fisicamente invisibile ma capace di travolgere ogni ostacolo fisico, farsi manifesto negli effetti.
C’è un detto in Russia: “Se il mondo può fare a meno della Russia, la Russia può fare a meno del mondo”. Sarebbe bene che le oligarchie occidentali questo detto se lo scolpiscano nel cervello.
E la popolazione occidentale, stuprata dalla propaganda promossa dalle sue debosciate oligarchie, oggi plaudente a tutte le nefandezze messe in campo, farebbe bene a prendere coscienza del fatto che oggi siamo ancora al momento delle battaglie diffuse: la guerra, quella vera, ancora deve emettere il suo primo vagito che potrà essere il raglio dell’asino (il logo dei dem americani) o quello del ruglio dell’orso (il logo della Russia).
Vedremo, vedremo che ne viene dalle forze liberate dagli apprendisti stregoni a stelle e strisce.
Uno dei meriti di Aleksandr Dugin è quello di avere preparato attraverso la sua opera (centrale il concetto di “Soggetto radicale”) schiere di europei.
Chi ha fatto proprio il pensiero di Aleksandr Dugin e che delle sanzioni oggi sorride, è pronto, come lui lo è ancor prima della prova tremenda dell’uccisione davanti ai suoi occhi della figlia. Auguro, a chi è fuori del “cerchio”, anche chi disprezzo dal profondo del cuore, di essere altrettanto pronto.
Maurizio Ulisse Morelli