Docce gelate, magari in due alla volta. Pasta cruda cucinata a fuoco spento. Termostati rivisitati e corretti e agenti all’uscio per monitorare la buona condotta. Lo stupidario di consigli utili e istruzioni per l’uso della crisi energetica che impera in questi giorni è sconcertante. Un florilegio di proposte e consigli utili che delineano lo scenario che si prefigura per l’autunno alle porte.
Un quadro a dir poco apocalittico: se non fosse per le spennellate paradossali, al limite del grottesco, che si intravedono sullo sfondo di una comunicazione del mainstream che alterna alle tinte fosche della crisi, la luminescenza di un messaggio radical chic.
Di una pistolotto morale finale, utile solo a declinare all’emergenza in corso, l’antologia di virtuosismi e istruzioni per l’uso. Tutto, rigorosamente e tipicamente politically correct.
Il governo mette le mani sui termosifoni latentizzando una paura che cova ormai da mesi.
E annuncia per i contribuenti stravolti da sacrifici e rincari stratosferici un autunno di austerity. Praticamente quanto vissuto durante la pandemia. Perché, temperatura e sbalzi climatici a parte, piove sul bagnato…
E il prezzo di bollette lievitate e i rincari dovuti a difficoltà di approvvigionamenti e mancanze di risorse, che minano una transizione energetica che parte zoppa, ricadrà ancora una volta sulle teste di cittadini.
Piccoli imprenditori, commercianti, artigiani e famiglie. Tutti quanti già messi a dura prova da lockdown e misure restrittive varie.
Ma con una differenza rispetto a due anni fa: stavolta al danno della mannaia dell’emergenza, si aggiunge la beffa dell’indoratura della pillola.
Quella in nome della quale, ci propinano l’incubo alle porte come se fosse una favoletta dalla morale ecologica…
di Chiara Volpi