Tutti sanno che l’ex leader romano di Forza Nuova di recente è stato scarcerato dopo 9 mesi di custodia cautelare ed ora si trova in regime di sorveglianza speciale.
Non tutti sanno però che la detenzione ha profondamente maturato Castellino, che da quando è fuori ha, con Forza Nuova, del tutto abbandonato e rigettato ogni convincimento ideologico, ha convintamente abbracciato la nonviolenza e l’antirazzismo e ha deciso di dedicare la sua vita all’aiuto degli ultimi e alla difesa dei diritti dei detenuti (sì, a partire da quelli stranieri!).
Non tutti sanno che quindi Giuliano, per mio tramite, è entrato in Nessuno tocchi Caino, ma non solo di tessera: infatti fa volontariato gratuito un giorno alla settimana nella nostra sede aiutando Rita Bernardini.
Ha pure partecipato alla nostra maratona su Radio Radicale a sostegno del suo sciopero della fame, al digiuno, ha scritto una lettera bellissima che ho letto nella nostra recente assemblea nazionale a Napoli, sta facendo pubblicare su L’Italia mensile molti articoli che promuovono le nostre attività (uno mio in uscita) e sta scrivendo un libro su come la conoscenza di detenuti e migranti lo abbia reso una persona migliore.
Giuliano Castellino è diventato ormai per me un amico e un fratello, pur nelle tante idee politiche differenti, perché ormai sono di più tra noi i valori ad unirci che quelli a dividerci.
Giuliano Castellino pochi giorni fa si è trovato i carabinieri in casa ed ha ricevuto una nuova denuncia: questo perché mentre era in sorveglianza speciale, con obbligo di non partecipazione a manifestazioni politiche, è passato il mese scorso al sit in a sostegno di Rita e del suo sciopero della fame per darle la sua solidarietà.
Era una riunione pacifica, nonviolenta, dove oltre a Rita, Sergio D’Elia, Elisabetta Zamparutti e me parlavano persone come Roberto Giachetti, Piero Sansonetti, Paola Severini Melograni e Gian Domenico Caiazza, non certo pericolosi eversivi, anzi difensori di Stato di Diritto e Costituzione.
Giuliano Castellino si è comportato in modo impeccabile, da vero radicale.
È anche stato attento a tenere metri di distanza da ogni persona alla riunione che sapeva avere precedenti penali o procedimenti in corso. Tutto ciò è dimostrato dalle telecamere che hanno ripreso tutto.
Ma soprattutto, quando Giuliano è passato, per prima cosa ha incontrato gli uomini della Digos che sorvegliavano la riunione.
Hanno parlato, loro gli hanno detto che non poteva partecipare, ma che gli concedevano 10 minuti per salutare e dare la sua solidarietà a Rita e alla causa dei detenuti e poi andarsene. Giuliano ha rispettato le loro richieste, si è attenuto agli accordi. Anche uno dei suoi avvocati, Carlo Taormina (l’altro è Nicola Trisciuoglio) era presente.
Ma nonostante questo, a Giuliano è arrivata un’altra denuncia, avrà un altro processo, per aver fatto una delle cose migliori che poteva fare a livello morale ed etico, per aver dato una prova del suo cambiamento e della sua vicinanza con chi nella vita difende Costituzione e Stato di Diritto e diritti degli ultimi, per chi pratica nel concreto la nonviolenza, con chi più lontano da ogni fascismo non potrebbe essere.
Ecco, nessuno tocchi per questa cosa Giuliano Castellino, mio fratello.
di Umberto Baccolo