Diego Fusaro
Secondo alcune proiezioni, diffuse dal “Sole 24 ore”, ossia da quello che a tutti gli effetti è “L’osservatore Romano della globalizzazione neoliberale”, i giovani under 35 andranno in pensione a 74 anni con pensioni bassissime.
Nulla di strano, se si considerano le nefaste tendenze della globalizzazione neoliberale stessa. Che distrugge con solerzia i diritti sociali e l’intero sistema welfaristico in nome della competitività planetaria.
Quella competitività planetaria che, per inciso, chiama privilegi i diritti e li smantella definendo tale smantellamento lotta contro i privilegi. Per la prima volta negli ultimi 50 anni, le nuove generazioni hanno aspettative calanti rispetto ai padri. Il loro futuro è mutilo, sotto il segno della precarietà lavorativa ed esistenziale, quella che per inciso i padroni del discorso celebrano come esaltante stile di vita. Ed è curioso che tutto questo accada proprio in quella cornice storica post1989 che, ci avevano garantito, avrebbe donato libertà, diritti e democrazia a tutti.
La verità, ormai inconfutabilmente evidente, è che con il 1989 non ha vinto se non la libertà di mercato, quella che nella forma di un vero e proprio fanatismo economico sta producendo danni universalmente visibili, dei quali la questione pensionistica che stiamo trattando è uno dei tanti.