di Fabio C. Maguire
Kiev ha lanciato un attacco terroristico contro Mosca.
Un’ennesima linea rossa superata dal regime di Zelensky durante un raid aereo con droni e veicoli kamikaze.
Sono circa trenta i dispositivi senza pilota utilizzati del comando militare ucraino per effettuare questo nuovo attentato ai danni del popolo moscovita.
Infatti, mentre la maggior parte di essi sono stati abbattuti da un efficiente e abile contraerea, tre droni hanno colpito due edifici residenziali senza, fortunatamente, provocare nessuna vittima.
Il Ministero della Difesa ha rilasciato un comunicato ufficiale, informando la comunità dell’attacco avvenuto e annunciando il pronto intervento dei sistemi difensivi che hanno rapidamente messo fuori uso la maggior parte dei dispositivi in volo.
Diversi di questi sono stati neutralizzati grazie alla “guerra elettronica”, perdendo il controllo e deviando infine dagli obbiettivi prefissati.
Secondo le stime sono diciannove i droni abbattuti dalla contraerea a Rublyovka, nel distretto di Krasnogorsk, a Istra, a Nuova Mosca, ad Aprelevka e Vlasikha.
Il radi è stato considerato come una rappresaglia dopo i violenti e strategici attacchi della Russia a importanti centri decisionali ucraini.
Il Ministro della Difesa ha, infatti, accusato Kiev di aver “lanciato un attacco terroristico con i droni contro obiettivi nella città di Mosca”.
L’Ucraina, come da copione, ha smentito la versione del Cremlino, annunciando di “essere contenta per gli attacchi su Mosca” ma di non aver partecipato all’operazione, ribadendo di “non aver nulla a che fare con questo.”
Gli Stati Uniti, anche loro come da copione, hanno affermato di non essere a conoscenza dei fatti cosi come l’Unione Europea, invitando la Federazione Russa a non “utilizzare questi attacchi per aumentare la pressione violenta sull’Ucraina.”
Il Ministro degli Esteri Lavrov, durante il suo viaggio in Africa, ha commentato definendo “ipocrita” la NATO.
“Le assicurazioni della Nato che il regime d Kiev non avrebbe colpito in profondità sul territorio russo si sono rivelate completamente ipocrite”.
Il Presidente Putin ha detto di aver parlato già della possibilità di attacchi contro centri decisionali ucraini e “naturalmente, anche il quartier generale dell’intelligence ucraina, attacco due o tre giorni fa, appartiene a questa categoria.
In risposta, il regime di Kiev ha scelto la via dell’intimidazione dei cittadini russi e attacchi a edifici residenziali e civili.
Questo è, ovviamente, un chiaro segno di attività terroristica.
Il sistema difensivo aereo di Mosca ha funzionato in modo molto soddisfacente, anche se c’è sempre la possibilità di migliorare.”
Il Ministro della Difesa ha concluso annunciando rappresaglie ai danni dei centri governativi militari dell’Ucraina, verranno colpiti e distrutti tutti i centri “dove sono stati pianificati gli attacchi terroristici contro il territorio russo sotto la guida delle agenzie d’intelligence occidentali.”
Ieri, dopo il secondo attacco su Kiev, Kyrylo Budanov, capo dell’intelligence del Ministero della Difesa ucraino, aveva promesso che ci sarebbe stata una severa rappresaglia e che i russi si “sarebbero presto pentiti”.
Leggendo le parole del “diplomatico di Kiev”, considerando gli eventi, nonostante le cospicue forze dispiegate sul campo di battaglia, non si sono verificati danni significativi a infrastrutture politiche o militari della capitale, non si sono registrate vittime e non sembrano esserci feriti gravi ricoverati presso centri ospedalieri.
La maggior parte dei droni è stata neutralizzata e alla luce dei fatti, se questa è la risposta che Mosca deve temere, i russi possono ancora dormire sogni tranquilli.
Nonostante ciò questi attacchi hanno non solo fini militari, palesemente non raggiunti, ma anche fini politici e mediatici.
Infatti, l’obbiettivo sarebbe quello anche di conquistare “spazio informativo” dando l’impressione che questi raid siano equivalenti, per scopi e risultati, a quelli russi.
Nel frattempo un altro attacco missilistico ha colpito Kiev.
Dalle immagini di palazzi in fiamme e depositi bruciati, si può dedurre che le armi di difesa aerea occidentali, almeno nelle mani dei soldati ucraini, non stiano lavorando troppo bene.
Inoltre si viene a conoscenza anche di un secondo attacco russo a Starokonstantinov, nella regione di Khmelnitsky, dove sarebbero stati distrutti almeno sei aere dotati delle capacità di trasporto di missili britannici a lungo raggio.
Altri soldi dei contribuenti europei alle fiamme…..
L’ennesima provocazione di Kiev, istruita dall’Occidente collettivo, porterà sicuramente a una risposta russa in termini militari, rimanendo, ad avviso personale, sempre dentro i parametri dell’operazione speciale.
La Federazione Russa è governata da abili e lucidi diplomatici, difficilmente prede dell’isteria bellicista come la controparte ucro-americana, in grado di ponderare ogni risposta e gestire sapientemente le situazioni emergenziali.
Solamente un crollo sistemico dell’equilibrio internazionale condurrà allo scontro mondiale e, considerando l’attuale crisi in Kosovo, con nuove truppe NATO pronte ad intervenire, e l’atteggiamento avventuristico degli States su Taiwan, il giorno del giudizio non dovrebbe essere troppo lontano.