Roberto De Lorenzo Meo
Messico: Padri e Madri – ed è bene specificarlo! – di una comunità Tzotzil in Chiapas, il 20 agosto 2023 hanno bruciato le copie dei libri di testo già distribuite per il nuovo anno scolastico, in aperto dissenso, anche attraverso una petizione popolare, contro l’indottrinamento “omosessualista” “lesbista” e “comunista”, trasmesso sulla base del nuovo ordinamento educativo scolastico, chiamato “New Mexican School”. Il presidente Andrés Manuel López Obrador, ha difeso il lavoro del Ministero della Pubblica Istruzione (SEP), ma i video della protesta, in cui i genitori urlano “sono libri spazzatura” davanti ai falò, si stanno diffondendo in tutto il mondo attraverso i social network, riscuotendo “like”, elogi e condivisioni. Le famiglie affermano che i testi siano pensati “per adulti” e non per bambini, perché oltre a ridurre la matematica e la scienza, quindi ad abbassare lo sviluppo di conoscenza e potenzialità, contengono molte informazioni su una concezione di famiglia non naturale ma ideologica, composta, non da un uomo e una donna che mettono al mondo figli, ma da due o più genitori omosessuali coniugati, o addirittura single. Quella in Chiapas non è stata l’unica protesta, un’organizzazione contro l’aborto e contro l’ideologia Gender, ha marciato domenica insieme a militanti e politici del Partito d’Azione Nazionale conservatore (PAN) contro i libri e alcuni governatori si rifiutano di distribuire il materiale nelle scuole.
Un tema scottante di grande attualità, anche in Italia – così come in tutto l’Occidente – è quello delle istanze portate avanti dalla lobby LGBT, sull’ideologia gender nelle scuole, attraverso veri e propri programmi di rieducazione e indottrinamento che mirano alla diffusione, già tra i bambini, di queste posizioni: la normalizzazione della transessualità e del transgenderismo che favorisca un identità fluida non vincolata a quella sessualmente biologica, la decostruzione di ogni comportamento o ruolo tipicamente maschile o femminile insinuando che si tratterebbe sempre di arbitrarie imposizioni culturali, la sessualizzazione precoce dei bambini, che in alcuni luoghi si concretizza già nella normalizzazione della pedofilia, la “carriera Alias” ovvero la possibilità di comparire nella burocrazia interna di un ente con il nome corrispondente alla propria scelta di genere anche se diversa dall’identità anagrafica.
In Messico si è dimostrato ancora una volta che lo strumento più importante per contrastare il gender a scuola è la famiglia. La famiglia deve essere sempre pronta – e coraggiosa – a denunciare e far emergere iniziative improntate all’ideologia gender, anche con segnalazioni alla scuola stessa, al dirigente, al Provveditorato, agli Uffici scolastici regionali e ad associazioni che possono garantire un’azione informativa, culturale, sociale politica e legale.