di Fabio C. Maguire
Il Segretario Generale della NATO, Jens Stoltenberg, ha dichiarato che la Russia attaccherà l’Europa nel prossimo futuro.
Il portavoce dell’Alleanza ha voluto esprimere le proprie preoccupazioni sull’ incombente scontro che vedrà l’Occidente collettivo opporsi alla Federazione Russa.
La guerra in Ucraina, seguendo la logica del Segretario Generale, è stata incapace di arrestare l’ascesa della Russia a potenza globale e, per invero, ha acuito le innumerevoli contraddizioni all’interno del blocco occidentale.
Adesso, in Occidente, inizia ad aleggiare il terrore di un attacco russo che evidenzia la debolezza dell’Alleanza e l’erosione di quella presunzione di superiorità e invincibilità che aveva per decenni spinto la NATO ad adottare una politica aggressiva e predatoria verso i suoi vicini.
Le parole del Segretario Stoltenberg sono state, ovviamente, riprese dalla Premier italiana, Giorgia Meloni, durante il vertice Italia-Romania di questi giorni.
Secondo il leader di Roma, la NATO deve aumentare la pressione sulla Russia attraverso, in primo luogo, una più stretta partecipazione e collaborazione tra gli Stati membri.
Infatti, il Presidente Meloni ha invitato l’Alleanza a spendere ulteriori soldi per rafforzare la presenza lungo il confine orientale con la Russia.
Questo avverrà solamente attraverso un taglio netto della spesa pubblica e dunque di altre risorse preziose di cui il popolo italiano, ed europeo in generale, verrà privato per servire gli interessi di Washington.
Come se non bastasse, il leader di Fratelli d’Italia, ha suggerito di militarizzare anche quello che viene definito il confine meridionale del blocco, ovvero il Mezzogiorno d’Italia.
Per pura coincidenza, nello stesso istante in cui Giorgia Meloni strepitava per alimentare ancor di più la vorace macchina da guerra della NATO, gli agricoltori italiani esprimevano la loro contrarietà proprio su questa materia, domandando al Governo di interrompere le loro donazioni all’Ucraina e all’Alleanza per combattere l’invincibile Russia, ed investire fondi maggiori nell’agricoltura e per l’intero settore primario, fortemente colpito dalle politiche criminali di Bruxelles.