Attesi tre giorni di missili da Iran e milizie alleate
Giuliano Castellino
L’ultima previsione dice stanotte, la notte tra lunedì 5 e martedì 6 agosto.
E parla di un attacco che durerà almeno tre giorni.
Inizialmente si era parlato di raid di 20 minuti.
Funzionari dei servizi segreti di Usa e Israele, citati dal sito americano Axios, ritengono che molto probabilmente sarà questo il momento della tanto attesa della risposta iraniana per l’uccisione a Teheran del capo di Hamas.
Ma non solo Iran.
Si parla di un asse sciiti, composto da quelle nazioni che in questi mesi hanno subito attacchi e bombardamenti da parte di Israele.
Insieme all’Iran potrebbero scendere in guerra anche Siria, Libano e Yemen.
L’Iran in questi giorni ha rifiutato ogni mediazione ed azione diplomatica.
D’altronde Haniyeh era l’alleato dell’Iran dentro Hamas e amico personale di Khamenei.
Con il suo “martirio” Israele ha violato la sovranità nazionale e imbarazzato la leadership.
Che oggi sembra non aver altra scelta che difendersi dalle ingerenze e dalle bombe sioniste.
C’è una vecchia foto, è del 1990, a Teheran: Haniyeh accanto a Khamenei e una nutrita delegazione di Hamas intorno.
Si scorge, defilato, un giovane Sinwar. È l’immagine che gira tra funzionari e giornalisti iraniani a riassumere la gravità del momento.
Anche perché non è la prima volta che Israele attacca l’Iran.
Ora tutto il mondo è in allerta.
Peccato che questa volontà di pace non sia mai stata espressa in questi terribili 10 mesi dove sono morti oltre 70.000 palestinesi.
L’Occidente, non solo è rimasto passivo, ma spesso ha anche sostenuto Israele in questo che possiamo definire un vero e proprio genocidio, una “pulizia etnica” senza precedenti, che se non fermata cancelleranno la Palestina (quel poco che è rimasta) ed i palestinesi dalla faccia della terra.
Molti governi occidentali hanno persino manganellato ed arrestato i propri cittadini, “colpevoli” di aver manifestato contro l’imperialismo sionista.
Israele ha voluto a tutti i costi questa escalation.
Gli Stati Uniti sembrano in balia di Tel Aviv.
Tutto l’occidente ai piedi di Israele.
Noi non possiamo che gridare: Palestina Libera.
E libertà per tutti i popoli.
Per un mondo multipolare.
Per il trionfo del sovranismo popolare.