di Luigia Aristodemo
La Sfida Elettorale e la Visione di Un Futuro Alternativo
Marco Rizzo, leader del movimento Democrazia Sovrana e Popolare, si prepara a una sfida elettorale decisiva in Umbria, con l’obiettivo di portare avanti una visione di sovranità popolare radicata nei territori.
In un’intervista approfondita, Rizzo esprime le sue preoccupazioni riguardo alla sanità regionale, criticando le politiche attuate dai governi precedenti e sottolineando la necessità di un cambiamento reale.
Con il motto “Umbria Sovrana nel cuore”, il candidato si propone di affrontare le sfide attuali, privilegiando la giustizia sociale, il lavoro e l’allocazione delle risorse per il bene della cittadinanza.
Rizzo si distingue per la sua rete di contatti a livello nazionale e internazionale, promettendo un collegamento diretto tra l’Umbria e le istituzioni romane, e si presenta come un’alternativa concreta alle proposte di centrodestra e centrosinistra.
In questo articolo, esploreremo le sue idee, le sue criticità e la visione di un futuro diverso per l’Umbria e l’Italia.
Lei ha deciso di candidarsi alla presidenza della regione Umbria.
Quali motivazioni personali e politiche l’hanno spinta a compiere questo passo?
L’Umbria è una regione che conosco molto bene e che amo particolarmente. La motivazione è legata principalmente alla peculiarità anche politica di questa regione dove purtroppo si sono anche sperimentate linee politiche (che hanno poi attraversato anche il panorama nazionale).
È proprio per questo motivo che Democrazia Sovrana e Popolare (che ha fatto il suo Congresso a gennaio come nuova formazione politica) farà con me candidato alla Presidenza un primo passaggio che seguirà quello in tutte le altre regioni italiane.
Lo slogan è “Umbria Sovrana nel cuore” perché pensiamo che l’elemento della sovranità debba partire dai territori e l’Umbria può essere un buon inizio. Chiaramente parliamo di una sovranità popolare fatta di giustizia sociale, fatta di utilizzo delle risorse per il territorio e non per la guerra, fatta concretamente partendo dai bisogni dei cittadini.
Quali sono, secondo lei, le problematiche più urgenti che l’Umbria deve affrontare e quali soluzioni propone per risolverle?
Il primo tema fondamentale, per quanto concerne l’Umbria, è quello della sanità. È impensabile che questo governo abbia costruito una legge che annulla le liste d’attesa quando questa purtroppo è un’amara realtà dovuta ai processi di privatizzazione della salute pubblica compiuti dal centrosinistra e dal centrodestra. Vorrei ricordare inoltre che questa regione è quella in cui nella legislatura precedente il centrosinistra è caduto proprio sulla vicenda di “sanitopoli” e francamente devo dire che la governatrice Tesei non ha prodotto alcun cambio significativo. Ha solo dato piccole mance sui temi nodali: penso alla famiglia, penso agli invalidi, ma nulla di più che contenitori privi di contenuto.
Qual è la sua visione per l’Italia nei prossimi anni e in che modo la sua candidatura alla presidenza dell’Umbria si collega a questa visione più ampia?
Per l’appunto spiegavo che la mia candidatura ha un senso se la vediamo in un’ottica anche nazionale. Intanto con un Presidente dell’Umbria come il sottoscritto l’Umbria avrebbe un collegamento diretto con Roma. Sfido chiunque fra i due candidati del centrodestra e del centrosinistra – penso alla Tesei o alla Proietti – di avere le mie stesse conoscenze a Roma, nel governo, nell’opposizione e anche a livello internazionale. Possono arrivare a certi rapporti solo chiedendo, passando attraverso le consorterie dei loro partiti. Il sottoscritto Marco Rizzo alza il telefono, parla con la Meloni, con Renzi, con i capi di Stato degli altri paesi, da Orban a Roberto Fico e tanti altri. Quindi all’Umbria e agli umbri converrebbe molto di più avere un presidente di questo genere.
Quali misure economiche ritiene essenziali per superare le attuali sfide dell’Italia, sia a livello nazionale che regionale?
Le sfide che vogliamo affrontare in Umbria, in Italia, sono quelle di un’allocazione diversa delle risorse. Bisogna privilegiare la cittadinanza, il lavoro, la giustizia sociale. Bisogna non sprecare i soldi, non bisogna più spendere un solo euro per la vicenda della guerra, bisogna non spendere più un solo euro per la vicenda dei rapporti con le multinazionali, bisogna far pagare le tasse alle multinazionali del commercio, della logistica, del settore medico, in modo che ci sia un ritorno della ricchezza prodotta nel nostro Paese anche da parte di questi vergognosi fruitori del nostro territorio e della nostra Nazione.
Come pensa di promuovere l’unità e la coesione tra le diverse regioni italiane, rispettando e valorizzando al contempo le specificità locali?
Il rapporto che ci deve essere tra le regioni italiane è lo stesso che ci dovrebbe essere tra i paesi che compongono il mondo: rapporti di coesistenza, rapporti di solidarietà, rapporti di giustizia. Pensiamo ad esempio all’autonomia differenziata che altro non è che la costruzione ancora maggiore di addentellati di potere locale. Si spenderebbero più soldi e si costruirebbero maggiori potentati locali. Ricordo che l’autonomia differenziata è stata voluta con la vicenda del titolo Quinto della Costituzione da Bassanini, da D’Alema, dal PD, che all’epoca si chiamava PDS, e poi è proseguita adesso col governo di centrodestra. Destra e sinistra, alla fine, anche su queste tematiche si richiamano ad essere due facce della stessa medaglia. Democrazia Sovrana Popolare, Marco Rizzo e Francesco Toscano sono una cosa completamente diversa.