«Il vero nemico è l’Europa. Lo dico da molto prima di Salvini. Chi dice che questa Ue è guerra e miseria finisce col diventare un nemico dello Stato. Chi la critica sulla sanità è complottista, chi per la guerra è filorusso, chi sul clima è negazionista.
Ecco perché serve una nuova alleanza, che vada da Wagenknecht a Fico, passando per Orban.
Altrimenti con la destra e la sinistra in Parlamento finiremo schiavi delle multinazionali e della grande finanza».
A dirlo Marco Rizzo, leader di Democrazia, Sovrana e Popolare, che insieme a Francesco Toscano, nel pomeriggio odierno (ieri, ndr), a Roma, in Piazza Esquilino, concluderà la sua campagna elettorale dalle ore 17.
Cosa ne pensa di quanto sollevato da Borghi?
«Io lo dicevo molto prima della Lega. Non a caso, nel 2012, prima della vicenda della Grecia, ho scritto un libro che si chiama il golpe europeo. Oggi ho sentito Borghi e Salvini tuonare contro l’Unione Europea, ma non dimentichiamo che stiamo parlando delle stesse persone che hanno votato Mario Draghi».
Da dove parte il vostro scetticismo?
«Crediamo che l’Ue è stata fatta in questo modo per tre motivazioni: depauperare il ceto medio e schiacciare verso il basso le classi lavoratrici, privare le nazioni e i popoli di sovranità e costruire un comando della grande finanza e dell’economia sulla politica. Tutti questi obiettivi, nei fatti, sono stati raggiunti. Non possiamo, quindi, non essere contro l’Ue e la Nato per un’Italia libera e indipendente».
Perché?
«Nel mondo del mainstream la strategia è quella di falsificare quello che dicono i nemici per diminuire l’impatto delle loro critiche. Questa la ragione per cui si tende a non far parlare chi ha una voce diversa, chi vuole uscire dal solito e non intende intonare la solita filastrocca a cui ci ha abituato chi è stato nei palazzi negli ultimi anni. Noi vogliamo essere la forza di chi non ha voce, non l’eco dei soliti potentati».
Nella sigla del vostro movimento è rimarcato il concetto di democrazia sovrana. È una casualità?
«Come in altre vicende della politica, il sistema ha usato delle maschere. Basti pensare al Movimento 5 Stelle. Dopo aver detto delle cose giuste, al governo ha fatto il contrario di quanto sostenuto in precedenza. Lo stesso è accaduto con Salvini. Esiste un sovranismo di cartone. C’è, poi, il discorso della sovranità, che a mio parere è quello più importante. Occorre un mondo multipolare e non uno unipolare, dove c’è uno che comanda e tutti gli altri obbediscono».
Su tali argomentazioni bisognerebbe mettere in soffitta il vecchio confronto tra il rosso e il nero?
«In Europa vorremmo costruire una famiglia del sovranismo popolare. Vorremmo fare un’alleanza europea con Sahra Wagenknecht, importante deputata tedesca, che ha rotto a sinistra per costruire una lista sovranista e popolare, così come con Robert Fico, premier slovacco ferito proprio perché uscito fuori dagli schemi abituali e addirittura con lo stesso Orban, che difende la pace e la propria nazione».
È sorpreso che la sinistra ritenga il voto al suo movimento inutile?
«Il Partito Democratico e le altre formazioni della sinistra sono l’altra faccia del sistema. C’è una destra che sulle questioni fondamentali ha le stesse posizioni dei suoi avversari. I principali partiti sono d’accordo su tutto. Questo è il motivo per cui, sotto elezione, fanno finta di litigare. Siamo di fronte a un teatro delle maschere. Noi, però, non vogliamo partecipare a questo gran carnevale».
Il dibattito quando si parla di Europa è ancora sul von der Layen bis o su un possibile ritorno di Draghi. Non c’è un’alternativa?
«Assolutamente no! Stiamo parlando della finanza e delle multinazionali, che sono al di sopra della politica. Ricordo sempre la frase di Draghi che quando parlava di Palazzo Chigi diceva c’è sempre il pilota automatico. Noi vorremmo, appunto, disinnescarlo. Ecco perché proporremmo il premier slovacco Fico a capo della Commissione Ue».
Intervista su Il Tempo di Edoardo Sirignano.