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MANDATO DI CATTURA PER L’EX PRESIDENTE USA

Donald Trump è stato colui il quale ha commissionato l’omicidio del generale iraniano Soleimani. Premessa d’obbligo: il generale era un personaggio rispettato e ben voluto da gran parte di tutto il mondo arabo. Sin dagli albori della sua carriera militare è stato in prima linea contro i reiterati e sanguinari attacchi dei gruppi estremisti, attivi e operanti per conto di terzi, in Medio Oriente.

Altresì non si possono non citare gli ausili portati al popolo siriano e al presidente Assad nella lotta contro le bande terroriste dell’ISIS, o al popolo palestinese, impegnato in una perenne e dura lotta di resistenza e liberazione contro le forze occupanti israeliane.

Si può desumere che il generale non fosse una persona gradita ai signori dell’occidente e che la sua era una presenza ostile e ingombrante agli sporchi e oscuri affari globalisti.

Il generale era un bersaglio e la sua eliminazione fisica era in agenda da diversi anni.

Sotto la guida politica e militare di Trump si è potuto concretizzare questo obbiettivo.

L’attacco avvenuto all’aeroporto di Baghdad, nel gennaio del 2020, cha ha visto la morte dei “Comandanti della Vittoria”, è stato definito dal primo ministro iracheno “sfacciato e criminale”, in piena violazione dei trattati internazionali.

Le autorità giudiziarie iraniane e irachene, in un’operazione investigativa congiunta, hanno disposto nei confronti dell’ex presidente americani un mandato di arresto.

Infatti è stato proprio Trump a commissionare l’omicidio del generale e sarà responsabilità della magistratura irachena far luce sulle circostanze relative all’assassinio.

Il primo ministro iracheno, Mohammed al-Sudani, ha condannato il crimine e ha definito l’iniziativa militare della Casa Bianca come un attacco all’integrità territoriale e alla sovranità dell’Iraq.

Il presidente iracheno ha affermato che “sarà compito del suo governo gettare le basi per la sovranità irachena e per renderla indipendente e libera nel processo decisionale, creando relazioni basate su interessi comuni”.

Si evince dalle parole del presidente la volontà di costruire un mondo multipolare, basato sull’aiuto e il rispetto reciproco fra paesi, ma su posizioni di indipendenza e libertà.

Sempre più popoli e nazioni acquistano coscienza e si ribellano ai dettami di Washington.

La lotta al terrore capitalista e all’imperialismo americano avanza.

Nessun popolo vuole più subire la repressione e lo sfruttamento imposto dalla piovra a stelle e strisce.

Fabio C. Maguire

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