di Fabio C. Maguire
Il New York Times ha appena eseguito un’analisi sullo svolgimento dello scontro in Ucraina.
L’autorevole testata statunitense ha parlato di una grave e disastrosa situazione per l’esercito ucraino, evidenziando l’incapacità di Kiev di arrestare l’avanzata di Mosca.
Secondo il NYT, la Russia ha sfondato le linee difensive ucraine e la guerra sarebbe già segnata, perciò, inviare ulteriori armi significherebbe solamente posticipare al prossimo futuro la sconfitta totale dell’Ucraina che, dopo due anni di scontri, sopravvive esclusivamente grazie alle donazioni dell’Occidente.
Il Presidente Macron, consapevole della tragica condizione in cui versa l’esercito ucraino, ha suggerito di inviare truppe NATO in Ucraina.
Una dichiarazione forte, perentoria, che ha suscitato molte perplessità per quella che potrebbe essere la reazione della Federazione Russa che avvertirebbe inevitabilmente questa mossa come un’ennesima provocazione, oltre che una minaccia alla sua stessa sicurezza nazionale.
Macron ha risposto alle critiche affermando che sa di cosa sta parlando e che le sue parole sono “pesate e pensate”.
“Se l’Ucraina dovesse cadere, l’Europa sarà la prossima”, ha dichiarato il Premier francese.
Macron ha postulato un invio di contingenti NATO in Ucraina, i quali però non parteciperebbero direttamente agli scontri con la Russia, bensì verrebbero schierati in alcune regioni critiche di vitale importanza per l’Occidente.
Questi potrebbero essere schierati lungo il confine settentrionale con la Bielorussia, per impedire un secondo attacco russo da quel distretto; nella regione di Leopoli, che poco importa a Mosca, e infine lungo la costa meridionale, esattamente al confine con la Transnistria.
Questo permetterebbe all’Ucraina di svincolare circa 120.000 soldati dal confine settentrionale che andrebbero a incrementare le già esauste fila dell’AFU. Ma il settore che preoccupa maggiormente è proprio quello meridionale.
Infatti, la Russia ha già reso noto di avere come obbiettivo prioritario la liberazione di Odessa e soprattutto il ricongiungimento con la Transnistria, che proprio in questi giorni sta discutendo la sua possibile annessione alla Federazione Russa.
In questo caso lo scontro diretto tra NATO e Russia sarebbe inevitabile e lo scenario peggiore, quello più temuto, potrebbe concretizzarsi proprio a causa della negligenza dell’Europa alle pretese del Cremlino.
La NATO sta spingendo sempre più veementemente per una guerra contro la Federazione Russa, le ultime dichiarazioni di Ursula Von der Layen sono paradigmatiche in questo senso.
Parlare di conflitto aperto con Mosca non è più un tabù in Europa.