di Ramona Castellino
Il voto europeo sull’utilizzo delle armi Nato per colpire la Russia ha di fatto sottolineato quello che da tempo abbiamo evidenziato nella politica nostrana.
Destra e sinistra, due ali della stessa aquila neoliberale, turbo capitalista.
Un’alternanza senza alternativa.
Ma mentre dalla premier, indimenticabile impettita sul carro armato, ci aspettavamo un sostegno totale verso il regime di Kiev e un’ubbidienza cieca verso Washington, chi si aspettava diversamente dalla compagine fucsia della sinistra, è rimasto sicuramente deluso.
È finito il tempo della sinistra “peace and love”, delle bandierine sui balconi con le scritte pace, o dei fiori nei cannoni.
“La guerra si ha da fare” come direbbe un bravo ai giorni nostri.
Nello specifico, il punto 8 della risoluzione, che toglieva il vincolo a Kiev di usare le armi fornite dall’Occidente, passa con larga maggioranza.
E chi, per salvare la faccia, aveva espresso un voto contrario, sapeva perfettamente che lo avrebbe implicitamente autorizzato votando la risoluzione finale.
Alla faccia della pace, degli arcobaleni, dei girotondi, dei tamburelli.
Quando si tratta di ubidire, la sinistra fucsia è tutta sullo stesso “barcone” .