di Fabio C. Maguire
La permanenza dell’Ungheria nell’Unione Europea è sempre più instabile e insicura.
Le troppe divergenze strutturali politiche ed etiche intaccano una convivenza serena e pacifica fra le due entità governative.
Il contrasto è maturato nel tempo, fondato principalmente sul fatto che Budapest non si adeguasse alle linea guida imposte da Bruxelles.
Infatti il governo ungherese ha sempre mantenuto una certa distanza e ha costantemente rispettato e salvaguardato per anni la propria sovranità nazionale e la propria moralità.
L’Ungheria venne richiamata ripetutamente per quel che concerne i così detti diritti LGBT e pressata affinché ratificasse una normativa ad hoc per la loro difesa e tutela.
Il presidente Orban rispose che “la Commissione non ha alcuna competenza in materia di diritti e vuole lo stesso costringerci a fare entrare nelle scuole attivisti LGBT mentre l’educazione dei figli in materia di sessualità è competenza esclusiva dei genitori.”
Il premier ungherese ha voluto spiegare come lo Stato non debba intervenire in un campo così delicato ma determinati insegnamenti vanno affidati e delegati alle figure genitoriali, impedendo che la nuova dottrina perversa dell’Occidente invada le scuole e instupidisca i ragazzi.
I rapporti si sono inaspriti con l’attuale crisi legata al conflitto in Ucraina.
Infatti Budapest ha assunto una posizione contrastante rispetto all’Europa, criticando fortemente i provvedimenti e le sanzioni imposte alla Russia.
Lo stesso governo si rifiutò di supportare e finanziare l’esercito ucraino e di combattere per interessi di altri Paesi, sostenendo la tesi che per giungere ad una pace non bisogni armare un popolo e spedirlo in battaglia.
Ultimamente l’UE ha continuato a pressare e minacciare di sanzioni il Paese nell’eventualità che non si attenesse ai princìpi europei; l’Ungheria ha dichiarato tranquillamente di essere disposta ad uscire dall’Alleanza comunitaria qualora il clima di ostilità e provocazione dovesse perdurare.
Le minacce di Bruxelles non intimoriscono Budapest che continua a difendere la propria autorità e le proprie radici e tradizioni, impedendo all’ideologia globalista di “contagiare” un altro popolo.