di Fabio C. Maguire
Il Presidente brasiliano Lula ha compiuto un viaggio di quattro giorni in Estremo Oriente dove ha incontrato il suo omologo cinese Xi Jinping.
Di ritorno Lula ha fatto scalo ad Abu Dhabi incontrando lo sceicco Mohammed bin Zayed Al Nahyan.
Il Presidente prima di arrivare a Pechino ha fatto tappa a Shanghai, dove ad accoglierlo c’era Dilma Rousseff nominata recentemente leader della Ndb, ossia la banca di sviluppo dei BRICS.
Lula si è intrattenuto in un discorso carico di valore politico, criticando perentoriamente la politica economica americana.
“Perché non possiamo fare il nostro commercio supportati dalla nostra valuta? Chi ha deciso che era il dollaro?”
“Non è possibile, ha affermato Lula, soffocare le economie come sta facendo ora il Fondo monetario internazionale con l’Argentina.
Il Fmi o qualsiasi altra banca, quando prestano a un paese del Terzo mondo, le persone si sentono autorizzate a comandare, a gestire il conto della nazione. Come se i paesi diventassero ostaggi di colui che ha prestato il denaro”
Il 14 aprile invece il Presidente è giunto finalmente nella capitale a Pechino dove, insieme con la First lady, è stato accolto da Xi con una grande e festosa cerimonia, proseguendo poi il protocollo in un colloquio riservato.
Secondo la stampa cinese i due leader hanno conversato circa il conflitto russo-ucraino e firmato importanti accordi di cooperazione e altrettante intese commerciali tra aziende ed enti pubblici brasiliani e cinesi.
Il Brasile vuole affrontare la sfida con la modernità con il sostegno della Cina, la quale presterà 6,5 miliardi di reais a Brasilia.
Il Ministro delle finanze brasiliano Haddad ha affermato che “vuole re-industrializzare il Brasile con il sostegno degli investimenti cinesi.”
Prima di imbarcarsi sul volo che lo avrebbe portato negli Emirati Arabi, il Presidente Lula ha voluto commentare il conflitto che da oltre un anno sta sconvolgendo l’Europa e interessando direttamente o indirettamente tutto il resto del mondo.
Le parole sono risultate più come un attacco, anche in questo caso, alla politica estera statunitense: “Gli Stati Uniti devono smettere d’incoraggiare la guerra e iniziare a parlare di pace”.
Un affronto all’amministrazione Biden a cui Lula ha aggiunto la necessità di convincere i paesi, che oggi offrono supporto economico e militare a Kiev, a cessare gli aiuti e lavorare per una risoluzione diplomatica dello scontro.
Quello del Presidente brasiliano è stato un viaggio ricco e fruttuoso dal punto di vista diplomatico e commerciale che ha permesso di rafforzare un partenariato, quello sino-brasiliano, che sembra irritare ed emarginare sempre di più gli Stati Uniti.