di Fabio C. Maguire
L’approccio dell’Occidente alla strage di Gaza sta rovinando irreversibilmente i rapporti con il Sud Globale.
Il silenzio dell’Europa e del Nord America ha particolarmente infastidito i leader di Stato non solo del Medio Oriente, ma anche e soprattutto del Nord Africa e dell’America Latina.
Emblematica è stata la richiesta del Presidente libico che, congiuntamente alla Camera dei Rappresentanti locale, ha chiesto l’immediata espulsione dei diplomatici di Italia, Stati Uniti, Regno Unito, Germania e Francia.
Secondo Tripoli, i suddetti sono responsabili di aver “incentivato l’aggressione contro Gaza” e di non aver applicato il diritto internazionale per contrastare le azioni di Tel Aviv.
Anche la Turchia con il Presidente Erdogan si sta collocando su posizioni sempre più anti-occidentali, riconoscendo la piena responsabilità di Israele e dell’Occidente nell’attuale crisi in Medio Oriente.
Per Ankara il Presidente Netanyahu è colpevole di delitti contro l’umanità per via dei provvedimenti adottati a partire dal 7.
E ancora Erdogan ha parlato di Hamas come non di un organizzazione terroristica, ma di un esercito di liberatori in lotta contro l’oppressione straniera di Israele.
Ma l’Occidente, accompagnato da Israele, non si è limitato solamente a rompere irrevocabilmente le relazioni con i paesi del Sud Globale, ma ha deciso di condurre anche una guerra contro il più importante organismo politico sovranazionale, le Nazioni Unite.
Sorprendentemente, infatti, il Segretario dell’ONU Antonio Guterres ha condannato seccamente le atrocità commesse dall’esercito israeliano nel corso delle ultime settimane, chiedendo a più riprese di arrestare immediatamente le operazioni per permettere l’arrivo di convogli umanitari al fine di aiutare i civili, estenuati dopo venti giorni di bombardamenti.
La posizione delle Nazioni Unite non è stata gradita da Tel Aviv che ha chiesto le dimissioni del suo Rappresentante per le parole indirizzate nei confronti dell’operato di Tel Aviv.
Inoltre, l’ambasciatore permanente israeliano alle Nazioni Unite, Gilad Erdan, ha dichiarato che Israele negherà il visto d’ingresso ai dipendenti dell’ONU a seguito del recente intervento di Guterres.
Tel Aviv, in sintesi, non permetterà che le Nazioni Unite possano intervenire nella Striscia di Gaza per prestare soccorso alle vittime e per indagare circa la responsabilità degli eventi.
Il delegato israeliano alle Nazioni Unite ha dichiarato che “è l’ora di dare loro una lezione”.