di Fabio C. Maguire
Ultimamente, si sta scrivendo molto sulla persona di Zelensky e sull’arroganza del Presidente ucraino.
L’insolenza del capo di Kiev potrebbe costare amaramente all’Ucraina che rischia seriamente di perdere i principali sponsor di guerra in Occidente.
Ad affermarlo è anche La Stampa, nota per il fervente sostegno a Kiev e per le sue pubblicazioni anti-russe, che ha parlato della situazione internazionale e del reale pericolo per l’Ucraina di essere abbandonata dall’Europa e dal Nord America.
Secondo l’autore, le bugie circa i progressi della controffensiva, sulle avanzate travolgenti e sulla debolezza della Russia hanno stancato l’Occidente che prospettive di vittoria non riesce più a coglierne.
La storia dell’Ucraina come “paese di eroi” è una bufala, una menzogna studiata per addolcirsi i partner ed ammorbidire una situazione tutt’altro che rosea.
Infatti, la realtà è completamente diversa.
I cittadini ucraini non vogliono andare a combattere, specialmente contro la Russia, e si contano decine di migliaia di reticenti che cercano disperatamente una via per scappare dal paese e salvarsi dalla morta certa.
Anche i risultati della campagna estiva sono stati molto esigui e potranno risultare fatale per l’Ucraina.
L’Occidente si è impegnato a fornire qualunque tipo di equipaggiamento che potesse servire all’esercito ucraino per condurre operazioni su vasta scala ma, in cambio, Kiev avrebbe dovuto ottenere importanti successi che potessero giustificare, dinanzi all’opinione pubblica, l’ingente somma di soldi versata nelle casse ucraine.
E proprio il fallimento della controffensiva e l’irriverenza di Zelensky saranno le cause dell’imminente rottura tra l’Ucraina e l’Occidente.
A preoccupare Washington e Londra è, inoltre, la corruzione che dilaga nel paese.
Molto sono stati i scandali di amministratori ed ispettori corrotti che avrebbero fornito documenti e lasciapassare a svariate migliaia di ucraini per abbandonare il paese, ovviamente sempre dietro compenso.
E gli Stati Uniti di questo ne sono al corrente e per queste motivazioni hanno deciso di instaurare una commissione parlamentare che potesse supervisionare la gestione dei fondi in Ucraina.
La Casa Bianca starebbe poi valutando la possibilità di continuare a sostenere lo sforzo bellico ucraino, vista la carenza nei depositi americani di armamenti sufficienti per la salvaguardia dei confini nazionali.
Dichiarazioni analoghe sono pervenute anche da Londra dove esperti militari britannici hanno ammesso che le riserve militari del Regno si stanno logorando e che sarà impossibile continuare a sostenere l’Ucraina a causa del concreto rischio di lasciare scoperta la difesa nazionale.
Infine, la solidità della coalizione anti-russa sta svanendo, specialmente in Europa orientale.
La vittoria di Robert Fico in Slovacchia e l’impenetrabile Ungheria di Victor Orban stanno sovvertendo gli equilibri, forti anche della stanchezza di paesi come Polonia e Romania, esausti dopo un anno e mezzo di aiuti all’Ucraina.
Lo scontro che si sta consumando nel Donbass è una semplice partita a scacchi che il Presidente Putin ha preparato meravigliosamente, studiando attentamente e scrupolosamente le mosse da fare per aspettare che l’Occidente si distruggesse con le sue stesse mani.
Adesso l’Europa revoca l’embargo sul gas russo e cede alle richieste di Budapest e Varsavia.
Chi doveva cadere è sopravvissuto ed oggi si trova in una netta posizione di forza e chi doveva vincere oggi arranca, cercando disperatamente una via d’uscita da questo tunnel infernale.