di Alessandro Cavallini
Ne linguaggio comune per usura si intende la pratica del fornire prestiti a tassi di interesse considerati illegali, socialmente riprovevoli e tali da rendere il loro rimborso molto difficile o addirittura impossibile.
I codici penali di quasi tutti i paesi del mondo prevedono dure pene per chi pratica l’usura ma, nei fatti, la situazione è purtroppo ben diversa.
Provate a parlare con una persona che si è rivolta ad una banca per ottenere un mutuo per acquistare la casa di abitazione oppure un prestito per poter sostenere una spesa urgente ed economicamente notevole.
Nel sottoscrivere tali prestiti ha compilato una marea di fogli, sottoscrivendoli uno a uno, che di fatto garantiscono che l’istituto bancario non attua tassi usurari.
Quest’ultimo non sarà perseguibile penalmente ma, spesso, porterà sul lastrico il malcapitato di turno.
Tutto questo accade per una semplice ragione: viviamo in un Sistema capitalistico dove Mammona ha sostituito Dio e chi è in possesso di ingenti capitali ha il predominio sempre e comunque sugli indigenti.
Eppure, andando a guardare un po’ indietro nella storia, non sempre è stato così.
Sapete cosa dice la dottrina sociale della Chiesa nei riguardi dell’usura? Nell’enciclica Vix pervenit scritta da Papa Benedetto XIV nel 1745, è spiegato molto bene: “Quel genere di peccato che si chiama usura, e che nel contratto di prestito ha la sua propria sede e la sua collocazione, consiste in questo, che ciascuno pretende che dal prestito, il quale per sua natura vuole che si restituisca solo quel che fu ricevuto, gli sia reso più di ciò che fu ricevuto; e perciò sostiene che, oltre al capitale, gli è dovuto un certo guadagno, a motivo del prestito stesso.
Perciò ogni utile di questa specie, che superi il capitale, è illecito, e ha carattere di usura”.
Tutto questo in continuità con la visione cristiana del periodo medioevale quando il denaro, senza tanti giri di parole, era definito “lo sterco del diavolo”.
Posizioni analoghe si trovano nell’Islam. Sia il Corano che gli hadith, cioè i detti del Profeta Maometto, vietano l’usura (in arabo riba) in modo netto e radicale, ritenendolo uno dei peccati più gravi: Allah annuncia guerra contro chi si macchia del peccato di usura.
D’altra parte, già nell’Antico Testamento erano state scritte parole chiare contro questa pratica. “Se tu presti denaro a qualcuno del mio popolo, all’indigente che sta con te non ti comporterai con lui da usuraio: voi non dovete imporgli alcun interesse” (Esodo, 22, 24).
“Non farai al tuo fratello prestiti a interesse, né di denaro, né di viveri, né di qualunque cosa che si presta a interesse” (Levitico, 25, 35-38).
Come si vede da questi esempi, in una visione tradizionale dell’esistenza non vi sarebbe spazio per l’usura.
Invece di concentrarci sugli effetti del Sistema capitalista, dovremmo porre maggiore attenzione sulle cause della sua affermazione mondiale.
La spiegazione è molto semplice: il nichilismo della modernità ha sostituito il vuoto lasciato dagli antichi sistemi tradizionali, cancellati a seguito del processo di secolarizzazione avvenuto negli ultimi secoli.
Questo però è la dimostrazione che oggi il capitalismo può ancora essere sconfitto. Ma, per riuscirci, bisogna utilizzare le giuste armi di combattimento.
In primis il riemergere di una visione spirituale della vita, senza la quale si potranno forse eliminare alcuni aspetti negativi del capitalismo ma quest’ultimo sarà destinato sempre a riemergere.
Solo rimettendo Dio al centro dell’esistenza la gerarchia naturale riprenderà vita e lo Spirito prevarrà sulla materia.
A quel punto, non sentiremo più parlare del capitalismo e del suo perverso Sistema di ingiustizia sociale.
Sì, assolutamente sì , cerchiamo di dare concretezza e spessore alla chiamata alle armi per la AMNISTIA SUL DEBITO, qui proposta.
Si calcola che più di 7 milioni di italiani siano iscritti a quelle vere liste di prescrizione che sono le Banche Dati i CRIF …etc…che non fanno che generare sempre più “cattivi pagatori” cioè in altri termini CITTADINI di SERIE B , che a seguito di quella qualifica sono espunti dalla vita civile.
Se si calcola che per ciascuno di quei sette milioni , sono da considerare familiari e conviventi si arriva alla ragguardevole cifra di 16 milioni di italiani che sono alle prese con problematiche come non poter aprire un conto corrente , non poter disporre di una carta di credito , non poter chiedere alcun tipo di finanziamento neppure a fronte di gravissimi problemi di salute.
Ciò nel mentre le BANCHE la fanno ormai da padroni, imponendo , una normativa fattuale sconcertante, nel silenzio dei partiti ,anche quelli cosiddetti sovranisti.
Silenzio che a volte diventa complicità con aspetti risibili come quando la ineffabile Presidente Meloni dichiarò che non si potevano eliminare le “commissioni” sulle transazioni con bancomat …poiché… le carte bancomat si configurano come un Servizio che privati forniscono alla collettività….
Bene ma come mai , Gentilissima Meloni , questo servizio che privati forniscono sta sempre di più divenendo OBBLIGATORIO ? per la gran massa dei cittadini che vorrebbero continuare ad usare il contante?
Per tralasciare il fatto ( sottovalutato incredibilmente da tutti) che solo passando attraverso la mediazione ( lautamente retribuita) di un conto corrente o comunque di un IBAN si può disporre della propria pensione, del proprio stipendio ,del proprio salario.
Anche su questo tema scottante e urgente per la vita quotidiana di milioni di italiani solo una Teoria e Prassi MULTIPOLARE TECNORIBELLE E RADICALE potrà far luce e generare azione