Giuliano Castellino
L’Italia è cambiata, almeno nella forma, molto poco nella sostanza… dal 22 ottobre 2022, infatti, il Presidente del Consiglio è Giorgia Meloni, l’agenda politica è cambiata solo per meglio adattare, in corsa, un governo nuovo e legittimato alle esigenze della nuova fase militar-globalista.
Infatti, se fino a qualche mese Davos ed emergenza sanitaria sembravano essere la prima linea del nuovo ordine mondiale, il ritorno alle guerre per procura segna il ritorno dell’imperialismo americano in cima all’agenda globalista.
Il capitalismo vira dalla pandemia alla guerra e così il gendarme statunitense, con inglesi e Nato, torna a dettare legge con cannoni, bombardamenti ed armi.
La destra italiana, prima e dopo la chiusura ufficiale dell’emergenza sanitaria in stile scurdammucce ‘u passato, ha fatto una scelta servile e precisa: fedeltà al caro e vecchio tiranno atlantico.
Naturalmente, attorno a tutto questo torna a manifestarsi il consueto scontro destra-sinistra, con la Meloni sempre più nei panni della Thatcher che in quelli di Mussolini e una sinistra liberal che rosica giocando a fare l’opposizione.
E la Thatcher de noantri ha scelto una linea dura, determinata, a tratti arrogante, che non solo è opposta alla reale volontà popolare (i sondaggi, come se non bastasse, escludono sempre il quasi 50% di chi non vota più!), ma che non ammette spazi di confronto e partecipazione politica.
La destra è fedele alla Nato, senza se e senza ma, è per la guerra e l’invio di armi ed è gravemente malata di russofobia.
È manettara (tranne quando le toghe indagano e arrestano i suoi compari, quasi sempre per mafia e corruzione), non cede sul 41 bis, non tratta con Cospito (non è mica Matteo Messina Denaro) e vuole carcere per tutti… i poveracci!
È una destra che chiama “rigore” la macelleria sociale, che esalta i denari a strozzo del Pnrr e del Mes, che cerca soldi attaccando reddito, pensioni, sanità pubblica… la destra delle autonomie che spaccheranno definitivamente l’Italia in due diverse nazioni.
Le sinistre annaspano: dopo decenni di potere, alleanze con le peggiori tecnocrazie, abbraccio mortale con banchieri e faccendieri e la scelta di svendere i diritti sociali per quelli, cosiddetti, civili, preferendo i nuovi schiavi immigrati agli italiani e la cultura Lgbt a quella del lavoro.
Per il popolo, la sinistra è ormai Landini che abbraccia Draghi, è il sostegno a Monti e alla Fornero, il jobs act e l’abrogazione dell’articolo 18! Ha il volto smunto di Speranza, è la vaccinazione obbligatoria e l’apartheid del Green Pass è, anche, il kapò Soumahoro e la moglie, moderna, griffata negriera, gli euro-corrotti che si sono venduti al Qatar e allo sfruttamento criminale dei lavoratori.
La sinistra è Luxurya, Elodie e le bandiere arcobaleno in perfetta sintonia con le politiche del banchiere Draghi o della destra di Giorgetti con i quali stava fino a ieri al governo.
Insomma: destra e sinistra sono un’ alternanza senza alternative, la destra bluet che innalza i vessilli della Nato e la sinistra fucsia che alza le bandiere arcobaleno sono le due facce della stessa medaglia liberal-capitalista.
Purtroppo, però, anche chi dovrebbe dissentire cade nel tranello.
Se in piena dittatura sanitaria il messaggio di andare oltre la destra e la sinistra è passato ed è stato vincente – perché le destre si tenevano ben lontane dalle piazze e le sinistre sostenevano Speranza, la Cgil e la scienza – oggi è tutto più difficile e si è tornati indietro invece di continuare ad avanzare.
Quella grande Pentecoste di Libertà che innalzava tricolori e combatteva contro l’apartheid del Green Pass oggi è stata anestetizzata dalle decisioni del governo Meloni in materia di emergenza sanitaria, si è, purtroppo, e per fortuna non per uno zoccolo duro, rivelata una protesta per molti monotematica, interessata solo alla questione obbligo vaccinale.
Il flusso di consensi verso il centrodestra è stato rapido e importante, nonostante il fortissimo astensionismo, e, oggi, chi è rimasto ha tre grossi problemi: non riesce a superare del tutto la questione Covid; non comprende a fondo le nuove “emergenze”; è stato appaltato da una sinistra che sta tentando di imporre veti e pregiudizi, scippando numeri, quadri e persone al mondo del dissenso.
Tutta questa nuova fase può, però, dare nuova linfa e istruire sulla necessità di continuare ad andare diritti, senza condizionamenti, verso una nuova teoria politica di liberazione nazionale che voli alto sopra tutto questo circo, compreso quello fatto di dissidenti che seguono il mainstream per attaccare altri dissidenti o di canali telegram che puntano al sensazionalismo.
Destra e sinistra sono categorie superate, lo sono ancor di più se replicate nel microcosmo dei capi e capetti del mondo del dissenso. L’Italia ha bisogno di una forza autenticamente sovranista e popolare, che non può certo andar dietro al primo messaggio del primo blogger di Telegram.
Una forza che sia capace di radicamento nei territori e coniughi forza militante e aggregazione popolare, rispetti Fede, Patria e Socialismo rilanci la nuova lotta di classe tra dominati e dominanti, elites e popolo, e che lavori per l’unità senza farsi tirare più la giacca dai nostalgici dell’anti questo o quello o dai vetero questo e quello.
Il 55% degli italiani è contro la guerra!
Il 45% è contro il 41 bis.
6 milioni sono ormai i poveri veri.
15 milioni i precari.
Questi sono gli italiani che dobbiamo intercettare e a cui dobbiamo dar voce. Tutto il resto è un grande, ma assai noioso, circo.