di Fabio C. Maguire
Nell’ultima settimana gli eventi di Tbilisi hanno monopolizzato l’informazione pubblica; televisioni e giornali hanno narrato ripetutamente delle manifestazioni tenutesi in Georgia e della volontà del popolo georgiano di liberarsi dalla tirannia del potere filo-russo, nonostante al governo ci sia una coalizione filo-atlantica, rea di aver proposto quadri legislativi ritenuti anti-democratici ma che ripresi dalla tradizione normativa statunitense.
Quello che però non viene raccontato sono le altre decine e decine di manifestazioni che hanno animato le città europee in queste ultime settimane e che tutt’ora si reiterano calorosamente ma che non trovano spazio nei quotidiani locali.
Infatti anche questa domenica diverse dimostrazioni di piazza, alcune di queste molto movimentate, si sono registrate in città come Parigi, Praga e Chisinau, fatti questi nascosti al pubblico italiano presumibilmente per timore che persino qui in Italia si possa risvegliare una certa coscienza di classe.
La capitale francese non ha bisogno di presentazioni perché da sempre promotrice di rivoluzioni e luogo simbolo di ribellione, attraversata anche questa settimana da plurime manifestazioni e duri scontri con le forze dell’ordine, causa la riforma sulle pensioni varata dal governo Macron e il conseguente innalzamento dell’età pensionabile.
In Repubblica Ceca invece Praga è stata teatro di una cospicua dimostrazione contro la guerra e contro il sostegno militare al regime di Kiev.
Al termine della manifestazione ufficiale i partecipanti si sono riuniti in corteo e hanno sfilato fin sotto il Museo Nazionale, cercando di entrare all’interno dell’edificio per rimuovere la grande e vistosa bandiera ucraina che ricopre la struttura.
L’accesso è stato sbarrato dalla polizia e ne sono derivati attimi di tensione, con intensi scontri tra dimostranti e funzionari, di cui uno rimasto ferito, che si sono conclusi con l’arresto di ben diciotto persone.
Altresì nella capitale moldava, anche questa molto vivace e tumultuosa negli ultimi mesi, sono state organizzate nuove manifestazioni contro la militarizzazione del paese e contro l’aumento del costo della vita e delle bollette, nonché avverse alla presidenza Sandu.
La polizia ha tentato di impedire che ulteriori manifestanti, provenienti da diverse regioni, potessero confluire a Chisinau, bloccando i pullman carichi di uomini e donne in autostrada.
Ne è nata una marcia di centinaia e centinaia di persone da Balti, questa distante dalla capitale ben 100 km, che ha paralizzato il traffico per interi tratti autostradali e vinto le restrizioni dell’autorità.
L’impero occidentale con leadership statunitense si sta progressivamente sempre di più indebolendo, con crepe sempre più evidenti e dannose che il mainstream tenta di occultare caparbiamente.
L’Europa tutta è in marcia contro le riforme classiste volute da Bruxelles e contro le guerre imperialiste di Washington, per un mondo libero e multipolare il popolo europeo deve continuare la sua marcia.