Illustrissimo Presidente della Federazione russa,
Vladimir Vladimirovič Putin,
i firmatari di questa lettera sono lavoratori, insegnanti, professionisti, padri e madri di famiglia italiani ormai stanchi di un’oligarchia di tecnici e politicanti che ricevono ordini da Nato, Usa, Wef e Ue per mettere in pratica le follie che Lei, in numerosi suoi interventi pubblici, ha giustamente – e con notevole apprezzamento da parte di una fetta consistente dei popoli italiano ed europeo – condannato.
Non chiediamo che sia la Russia a “salvarci”, ci battiamo, infatti, pur tra mille difficoltà e ostracismi, per far sì che i nostri figli e nipoti possano vivere in un’Italia che sia a misura d’uomo, coerente con le tradizioni, la civiltà e gli interessi geopolitici nazionali che la rendono unica e amata nel mondo e, a causa della speciale sensibilità del popolo che ha scelto Lei come suo primo rappresentante, in modo particolare – e non da poco tempo – proprio in Russia.
Obblighi vaccinali pseudo sanitari, attacco frontale contro il diritto al lavoro, follia gender e aggressione all’istituto familiare, povertà crescente, delirio eco-climatico… confondono le menti dei semplici, spesso alle prese con la mera sopravvivenza, e disegnano un immediato futuro fatto ancora di limitazioni della libertà, emarginazione (mediatica e sociale) di chiunque osi dissentire, precarietà come modello di vita.
La Sua azione politica e i valori che emergono dalle parole e dalla condotta di un uomo politico sano, sono ormai diventati punto di riferimento imprescindibile per tutti gli uomini liberi del mondo intero – milioni di persone costrette a subire le bellicose scelte scellerate di governi privi di reale sovranità – che sperano nella Russia affinché i nuovi equilibri internazionali, di un mondo di fatto multipolare, possano facilitare il ritorno della libertà nella nostra nazione – dove si finisce mesi e mesi in galera solo per aver partecipato ad una grande manifestazione di protesta – e nell’Europa intera, quell’Europa dei popoli di cui la Russia è parte fondamentale, come sa bene ogni uomo di media cultura.
Ad esclusivo titolo di esempio, le segnaliamo l’assurdo dibattito scaturito di recente a proposito di uno spot pubblicitario in cui una bimba, servendosi di una pesca e di una piccola bugia, mostrava alla madre separata il proprio desiderio di vedere di nuovo insieme i propri genitori. “Esistono mille tipi di famiglie”, “lo spot offende i gay”, “la famiglia tradizionale è una prigione”, e via discorrendo, sono solo alcune delle assurde polemiche che hanno trovato larghissimo spazio sui media, evidenziando ancora una volta il fatto che – come diceva un grande britannico nella prima metà del ‘900 – la battaglia per la difesa dell’ovvio (“Fuochi verranno attizzati per testimoniare che due più due fa quattro. Spade saranno sguainate per dimostrare che le foglie sono verdi in estate”) avrebbe visto impegnati, spesso loro malgrado, quegli uomini di buona volontà che, se uniti, potranno con la propria fede muovere le montagne della tirannide.
Faremo il possibile per realizzare questa unità anche sulle schede delle prossime elezioni, ma, al di là delle scadenze elettorali, è nostro interesse farLe giungere il nostro messaggio: crediamo, infatti, che il romanzo della nostra schiavitù sia ormai giunto ai capitoli finali (e le vittorie russe in economia e sui campi di battaglia non sono certo estranee a questa situazione in divenire) e sogniamo che, in un giorno non molto lontano, autentici rappresentanti del nostro popolo, finalmente libero dalla Nato e dal colonialismo angloamericano, possano stringere la mano, e cooperare per il bene dei popoli che li hanno scelti liberamente, ai rappresentanti del popolo russo che sentiamo vicino ed amico, nonostante quel che dicono e fanno i politicanti di mestiere che NON ci rappresentano.