di Ramona Castellino
Che non sia la difesa della “libertà” in Ucraina l’onorevole compito del quale la Nato, Washington e l’Occidente tutto si siano incaricati, sembra fosse ovvio sin da subito.
“Tutto questo soft power è integrato nella spinta geopolitica e geoeconomica verso una crescita economica sostenibile senza sosta – dall’Est della Russia all’intera Asia-Pacifico; e affrontato, ad esempio, nel dialogo commerciale russo-ASEAN in continua evoluzione”.
“.. Non c’è quindi da stupirsi che il ricorrente sogno colonialista occidentale di attaccare, smembrare e saccheggiare la Russia – la cui ultima iterazione è l’ossessione di infliggere alla Russia una ‘sconfitta strategica’ in Ucraina – sia direttamente collegato all’accaparramento e allo sfruttamento delle infinite ricchezze dell’Estremo Oriente/Artico”.
Queste le parole di Pepe Escobar, giornalista veterano, al termine del Forum economico orientale di Vladivostok della settimana scorsa.
Impensabile per la “democrazia” condita all’ occidentale che le ricchezze naturali artiche, che ricordiamo rappresentano il 17% della produzione petrolifera russa e l’83% della produzione di gas, siano a disposizione della Russia.
Per non parlare degli immensi giacimenti di oro, platino, diamanti, rame, cobalto, nichel e carbone.
Quindi non c’è da stupirsi che i” paladini del bene”, mossi da uno spirito di libertà e giustizia più alto, intervennero per mezzo dell’Ucraina, iniziando una guerra pericolosissima nel cuore dell’Europa.
Una guerra che il fronte globalista alimenta, cercando ogni giorno di più l’escalation che porti ad una guerra globale, che mai ci me ora sembra essere vitale per non essere spazzato via, dal vento sovranista popolare che soffia , forte e impetuoso in ogni angolo del mondo.