di Fabio C. Maguire
Il discorso del presidente Putin alla Duma rappresenta un manifesto politico anti-imperialista e una linea guida per l’istituzione e la costruzione di uno Stato Socialista e Patriottico.
Un vero modello per tutti i movimenti di lotta popolare di liberazione nazionale.
Ancora una volta la Russia torna ad essere il faro per i popoli che combattono contro l’impero di Washington e Wall Street.
La consueta esposizione annuale del presidente all’Assemblea Federale risulta esaustiva nel suo complesso, vertendo sulle attuali condizioni interne ed esterne della Russia e sul presente stato relazionale con le altre potenze estere, dettando infine le direzioni strategiche per lo sviluppo futuro del paese.
La seduta è stata aperta dal leader russo con un’attenta disamina sulla strategia colonialista statunitense e delle conseguenze derivate dall’interventismo occidentale, provocatore di caos e distruzione e responsabile di oltre 900.000 morti e di 38milioni di profughi dagli inizi degli anni 2000.
L’espansionismo NATO, che ha raggiunto la sua apoteosi con il conflitto in Ucraina, ha contribuito alla devastazione e destabilizzazione di intere regioni, quali quella euro-asiatica e mediorientale, condannandole ad una condizione di perenne instabilità e precarietà.
“Stanno cercando di cancellare la memoria dell’umanità, [….] ma nessuno al mondo ha dimenticato e mai dimenticherà questo.”
In seguito il presidente si è soffermato sull’attuale critica e sensibile situazione in Ucraina, affermando come “la Russia non è in guerra con il popolo ucraino, che è diventato ostaggio del regime di Kiev e dei suoi padroni occidentali, che hanno occupato militarmente ed economicamente il paese.”
L’Ucraina è stato usata come ariete da sfondamento in una guerra per procura contro la Federazione Russa e il suo popolo ne sta pagando care le conseguenze.
La presente crisi è il risultato delle pretese egemoniche di Washington e dei suoi fedeli vassalli europei e il crescente numero delle vittime “ricade interamente sulle élite occidentali.”
Il presidente ha detto chiaramente che il governo di Kiev e il suo falso presidente siano posti al vertice solo per compiere gli interessi di paesi terzi, non perseguendo la volontà della gente ucraina che a gran voce chiede la fine delle ostilità.
Putin ha ricordato come in tutti questi anni, mentre il Donbass era in fiamme, la Russia si è impegnata “sinceramente per una soluzione pacifica, ma loro hanno preferito giocare sulla vita delle persone. Gli accordi di Minsk vennero utilizzati solo per guadagnare tempo e organizzare l’esercito ucraino, come più volte i leader occidentali con allegria hanno affermato.”
L’obbiettivo della Russia è quello di garantire la sicurezza dei propri cittadini e annientare ogni focolaio neo-nazista nelle Repubbliche autonome.
In relazione alla guerra il presidente ha proposto al vaglio del Parlamento la creazione di un fondo speciale che fornisca assistenza mirata ai veterani e alle famiglie delle vittime, affermando come “il nucleo familiare di ogni partecipante all’operazione dovrebbe essere nella zona di costante attenzione.”
Altresì importante è stata la sezione economica del discorso presidenziale, caratterizzata da una precisa analisi circa la contemporanea situazione finanziaria nazionale e la stabilizzazione dei rapporti internazionali con altri partner strategici.
Le sanzioni che sono state imposte dall’Unione Europea sono risultate vane ed inefficaci e il così tanto proclamato e atteso crollo economico russo non è avvenuto.
La Russia ha consolidato importanti partnership che le hanno consentito di far fronte e vincere gli embarghi occidentali, aumentando le propri esportazioni e facendo dell’attuali restrizioni commerciali un proprio punto di forza.
Il leader del Cremlino ha puntualizzato che il PIL, che secondo le previsioni europee doveva crollare, ha superato anche le stesse aspettative russe ed è risultato al -2,1%, informando che solo il secondo quadrimestre è stato in negativo e che già il terzo e il quarto sono in positivo.
Importanti dati sono stati forniti anche per quel che concerne la disoccupazione, oggi ai minimi storici al 3,7%, concludendo che il tasso d’inflazione si sta stabilendo sul 4%.
Il quadro economico è stato normalizzato e alle banche russe è stata garantita una sicura operatività anche grazie ad importanti accordi strategici internazionali, come quello finanziario con l’Iran.
Il mondo multipolare e la Brics resistono alla tirannia globalista e capitalista e vanno a gonfie vele.
In questo contesto è arrivata anche la dura critica ai grandi imprenditori fregati e derubati dall’Occidente, invitandoli ad investire nelle imprese nazionali, seguendo le linee strategiche d’investimento affinché si possa garantire un maggiore sviluppo industriale ed economico del paese.
Infine Putin si è espresso sull’attuale decadimento morale dell’Occidente.
La perversa e malata cultura occidentale non riguarda la Russia e l’insana e finta dottrina progressista americana sta conducendo alla follia e al degrado spirituale milioni di persone, “noi proteggeremo i nostri bambini da questa catastrofe e dalla degenerazione”.
Un nuovo mondo degli uguali, privi di etica e cultura, vuoti e instupiditi è l’obbiettivo delle classi dirigenti atlantiche.
Il presidente Putin ha terminato la sua esposizione descrivendo il grande coraggio e la nobiltà d’animo del popolo russo e dei cittadini del Donbass; uomini e donne che stanno unitamente costruendo il proprio futuro e che “dovrebbero diventare la nuova spina dorsale dello sviluppo nazionale.”
“Un ringraziamento speciale al nostro grande popolo multietnico, simbolo di eroismo e lealtà verso la Patria.”