di Roberto Lorenzo Meo
Nessun giornale italiano ne ha parlato, ma il 19 Febbraio si è svolta a Washington DC una significativa manifestazione contro la guerra e contro il governo USA che ha dato visibilità al nuovo movimento per la pace americano: “Rage Against The War Machine”.
I manifestanti si sono concentrati presso il Lincoln Memorial e hanno marciato verso la Casa Bianca per denunziare come, ad un anno dall’inizio delle ostilità tra Russia e Ucraina, nessuna credibile iniziativa sia stata assunta per una risoluzione pacifica del conflitto.
Rage ha un marcato carattere bipartisan, tra gli speackers: Tulsi Gabbard, già candidata alla presidenza degli Stati Uniti (ex Partito Democratico, ora Indipendente), Ron Paul (Partito Libertariano/Repubblicano), Cynthia McKinney (Partito dei Verdi), Dennis Kucinich (ex Partito Democratico, ora Indipendente, sindaco di Cleveland).
Chiara ed esplicita la piattaforma rivendicativa, al punto che se in Italia qualcuno formulasse richieste simili sarebbe duramente censurato.
Un documento sottoscritto da tutti e che accusa il governo degli Stati Uniti di essere il vero responsabile della guerra in corso (una “guerra per procura” contro la Russia, nelle parole pronunziate dal palco da Tulsi Gabbard, veterana della guerra in Iraq e colonnello della riserva dell’esercito degli Stati Uniti).
LE RICHIESTE DI RAGE
- Non un centesimo in più per il proseguo della guerra in Ucraina
- Negoziare la pace (nella consapevolezza delle responsabilità USA nel colpo di stato a Kiev del 2014)
- Fermare l’inflazione causata dalla guerra
- Sciogliere la NATO
- De-escalation nucleare globale
- Tagliare il budget del Pentagono
- Abolire la CIA e il Deep State militar-industriale
- Abolire la guerra e l’Impero (porre fine alla guerra infinita iniziata nel 2003 e rinunziare alla pretesa egemonica americana sull’Europa)
- Ripristinare le libertà civili (compromesse dalla guerra infinita iniziata nel 2003)
- Liberare (il giornalista australiano) Julian Assange