L'Italia Mensile

L’ALBERO DI NATALE AD ENERGIA “GREENDEL SINDACO GUALTIERI, SMONTIAMOLO!

Con la solita motivazione della transizione ecologica il Sindaco di Roma fa allestire a Piazza Venezia un impianto fotovoltaico propagandistico quanto inutile, che serve solo da ennesimo spot degli interessi globalisti tanto cari al partito della ZTLma che soprattutto offende la Capitale, la sua bellezza e le sue tradizioni

Che l’attuale Sindaco di Roma, Roberto Gualtieri, avesse una consistenza politica prossima allo zero lo si era già notato allorquando il Governo Conte ebbe la splendida idea di nominarlo Ministro dell’Economia e delle Finanze, tanto che negli austeri uffici di via XX Settembre non se lo ricorda più nessuno. In altre parole una figurina di passaggio nella già inesistente politica economica del Belpaese.

Allo stato attuale Gualtieri, dopo la (per lui) fortunosissima elezione allo scranno più elevato del Campidoglio, che è soprattutto figlia d’un astensionismo mai visto prima nella Capitale, rappresenta l’archetipo del rappresentante politico del PD, mentre a Roma – purtroppo in veste di Sindaco – è oggi il perfetto rappresentante della locale borghesia salottiera, sempre pronta a sorridergli nelle sue estemporanee apparizioni pubbliche.

D’altronde il buon Roberto non è mai stato un grande comunicatore, e men che meno cotanto “Primo Cittadino” si sognerebbe mai di presentarsi nelle borgate dei disservizi, del degrado, della disoccupazione e degli sfratti, dove ha infatti racimolato una micragna di voti e dove – ne siamo certi – sarebbe preso a molto “ecologiche” pomodorate in faccia.

Bene, nella Roma dei 10.000 e più problemi mai risolti, con i suoi spesso malandati alberi pronti a crollare al primo più pronunciato vento, con le sue vie dagli asfalti costantemente sfondati, con gli autobus pubblici che prendono continuamente a fuoco e con i suoi oltre 100 morti l’anno in incidenti stradali, cosa c’è di meglio che gettare nella mischia un altro po’ di sana ideologia “finto-ecologista” allestendo addirittura un maxi- albero di Natale le cui sfavillanti luci sono alimentate nientepopodimeno che da un impianto fotovoltaico ad emissioni zero?

L’idea sarebbe anche condivisibile, peccato però che l’impianto “green” in questione sia stato piazzato proprio sotto l’albero di Natale più in vista della Repubblica, offrendo così a chi lo osserva uno scenario gradevole come un pugno nell’occhio, e che in termini di cattivo gusto nemmeno la Giunta Raggi era riuscita ad arrivare con il suo lugubre “spelacchio”.

Il colpo d’occhio che dunque ne deriva dà a Roma un’immagine raffazzonata che la Capitale d’Italia non merita, ma il brutto è che si tratta d’un qualcosa di voluto come a dire che – in nome della transizione ecologica – non c’è più tradizione che tenga, in una contraddizione tragicomica che a Piazza Venezia vede contemporaneamente una produzione di energia elettrica dal sole montata su un abete di almeno trent’anni di vita, ma che è stato tagliato via dalla foresta alpina in cui era nato e cresciuto.

Davvero il colmo di quell’insopportabile incoerenza che così fedelmente contraddistingue e accomuna la classe politica italiana centrale e locale, senza distinzione alcuna.

Ovviamente il solerte ufficio stampa del Sindaco Gualtieri, all’indomani delle inevitabili polemiche che ne sono derivate, si è affrettato a precisare che questa nuova genialata di sfacciata ispirazione “globaliota” permetterà di risparmiare ben 5,5 chilowatt/ora (fantastico), il che permette altresì di contenere emissioni di Co2 per più di 17 kg al giorno (commovente); peccato però che quanto ai costi di tale iniziativa – ovviamente sopportati da una cittadinanza che già paga tasse comunali tra le più elevate nel Paese – dallo stesso ufficio dell’amministrazione capitolina non trapeli assolutamente alcuna cifra.

Ci troviamo dunque di fronte all’ennesima mistificazione del “partito della ZTL”, dell’ennesima cialtronata della sinistra fucsia e d’arcobaleno avvolta, mai soddisfatta abbastanza nel continuare a perculare senza ritegno le classi popolari meno abbienti, le quali già lottano per poter illuminare e riscaldare le proprie modestissime case ormai letteralmente strozzate da bollette insostenibili.

Per il PD, per Gualtieri e per tutta l’accozzaglia sinistroide/globalista in cui si ritrovano l’importante è infatti dare un messaggio “finto-ecologista”, e chi se ne STRAFOTTE se arrivo addirittura a piazzare un obbrobrio del genere nel bel mezzo di sito Unesco (come lo è il centro storico di Roma), ovvero dove non è assolutamente consentito come fatto opportunamente notare dal Sottosegretario alla Cultura Vittorio Sgarbi.

Anche qui i baldi comunicatori dell’impalpabile Gualtieri si sono premurati di sottolineare come il suddetto impianto ad energia solare sia soltanto temporaneo, e che dunque non costituirà un precedente per realizzare altri impianti di quella portata e soprattutto con quell’esposizione in una zona vincolatissima dal punto di vista architettonico e paesaggistico, ma intanto questo nuovo insulto a Roma si è già iniziato a consumare, e così continuerà ad essere sino a tutta l’Epifania in nome di quell’ecologismo dietro il quale si annidano come serpi gli onnipresenti interessi del Globalismo più sfrenato.

In un Paese normale ancora pervaso da un sano identitarismo e da un altrettanto sano amor patrio la cittadinanza dovrebbe scendere compatta a Piazza Venezia e ben armata di chiavi inglesi, beninteso per smontare accuratamente questa nuova buffonata propagandistica messa in piedi – a loro inesorabili spese – da un vergognoso Sindaco nonché dai suoi altrettanto vergognosi consiglieri.

Purtroppo sappiano che non sarà così, dunque quest’autentica bestemmia continuerà ad essere “urlata” per settimane contro la città, conto le sue bellezze e contro le sue tradizioni.
Non ci resta dunque che sperare in quegli ecologisti da avanspettacolo, quelli che agiscono sempre in favore di telecamere, che sono usi bloccare i cittadini sulle tangenziali oppure gettare vernice sulle opere d’arte per manifestare la loro indignazione verso l’umanità inquinatrice.

A questi attivisti d’assalto (rimasti però immobili di fronte all’ennesimo abete mutilato dal suo bosco per esigenze politico-scenografiche) vorrei allora domandare: ma una bella latta di vernice – magari verde e con base rigorosamente acquosa – da rovesciare sui pannelli solari di Gualtieri scommetto proprio che non vi è rimasta eh!?

D’altronde fate pena anche voi… e lo sapete.

di Pamela Testa

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