di Fabio C. Maguire
Seppur distanti diversi mesi le presidenziali americane hanno iniziato a far discutere vivacemente su quello che sarà il futuro dell’attuale ordine mondiale.
Nonostante la moltitudine di azioni intraprese dalla magistratura statunitense, autrice di diverse inchieste giudiziarie che hanno colpito l’ex Presidente Donald Trump, The Donald sembra essere, se non il favorito, quantomeno uno dei candidati maggiormente apprezzati negli States.
Il ritorno di Trump alla Casa Bianca potrebbe alterare lo scacchiere geopolitico così come lo conosciamo, e rappresentare una dura sfida per l’Europa e in particolare per l’Ucraina.
Ad affermarlo è la nota rivista The Economist, in un articolo in cui l’autore parla del brusco cambiamento di rotta che subirà la politica estera americana all’indomani del successo di Trump.
Svolta politica che influenzerà indubbiamente la parte europea che, ad avviso dell’autore, non sarebbe adeguatamente preparata per affrontare una tale eventualità.
L’Europa, dopo anni di sottomissione a Washington, si ritroverebbe abbandonata a se stessa, privata del suo faro politico e in balia degli eventi.
Ad esacerbare la situazione potrebbe essere l’intenzione di Trump di ritirare gli Stati Uniti dalla NATO, magari riproponendo qualche politica isolazionista che lascerebbe il vecchio continente in un mare di guai.
Essere abbandonati dagli USA è una paura con la quale i leader europei convivono da decenni, sin dal 1945 quando i Presidenti di Francia, Regno Unito e Italia chiedevano una maggiore presenza americana in Europa per frenare l’ascesa della potenza sovietica.
Il timore di essere scaricati dai nordamericani comporterebbe per gli europei dover affrontare, con le proprie misere forze, la Russia e l’espansione economica della Cina.
Decenni di estrema sudditanza alla leadership americana hanno provocato una carenza di leader forti ed autorevoli nel continente.
E un secondo motivo di preoccupazione deriva dalla crescente dipendenza economica dell’Europa dagli Stati Uniti, in particolare dopo l’inizio della crisi in Ucraina.
Le importazioni, dal gas liquidito alle tecnologie militari, sono esponenzialmente aumentate negli ultimi anni, rendendo l’Europa strettamente legata alle sorti della potenza americana.
L’incapacità europea di diversificare il suo panorama economico e commerciale risulterà essere un serio problema per l’Europa.
Il redattore del The Economist propone, come rimedio all’inevitabile, di “non pensare all’indipendenza” ma di rivolgersi, con grazia e riconoscimento, a Washington per chiedere aiuto.
A suo avviso, l’Europa potrebbe richiedere aiuto nel “contenimento della Russia”, promettendo in cambio di aiutare a “contenere la Cina”.
Alternativa valida e coraggiosa per l’Europa sarebbe quella di seguire la propria strada, abbandonare la logica di dominio americana e sfruttare la situazione per riappropriarsi della propria sovranità e libertà.
L’equilibrio politico mondiale potrebbe essere sconvolto dalla vittoria di Trump, un’occasione irrinunciabile per riconfigurare l’ordine mondiale secondo i principi del multilateralismo e del policentrismo.
Il ritorno alla Casa Bianca di The Donald promette cambiamenti globali nell’arena politica internazionale.