Francesco Amodeo
L’uscita di Roberto Castelli dalla lista LIBERTÀ da me ampiamente prevista è quello che in gergo si chiama ordine superiore di scuderia.
De Luca con i suoi pregi e con i suoi difetti è riuscito in una impresa in cui nessuno era mai riuscito prima: compattare il mondo del dissenso.
Quello che il sistema era riuscito a mantenere sempre frammentato e irrilevante ma che non ha mai smesso di temere.
Si tratta infatti di un mondo capace di parlare alla pancia ma anche al cuore della gente. Si tratta di uno dei pochi mondi che ancora riesce a mantenere un contatto ancestrale con i territori.
Se un mondo del genere si compatta rischia di diventare quello che l’architetto di Matrix Reloaded definiva: una “contraddittoria anomalia sistemica che minaccia il sistema stesso”.
Il progetto LIBERTÀ potrebbe a quel punto fungere da centesima scimmia. Quel fenomeno che dimostra, che quando più elementi della stessa specie raggiungono un grado elevato di consapevolezza e compiono insieme le stesse azioni, quella consapevolezza si propaga a livello esponenziale anche al di fuori della propria comunità.
LIBERTÀ sta avendo esattamente quell’effetto. A Roma, in conferenza stampa, oltre me nella stessa stanza c’erano i membri dell’ex Italexit con i quali avevo chiuso tutti i rapporti, i membri di VITA con i quali non avevo mai avuto rapporti ed i membri di Insieme Liberi con i quali ci eravamo sempre guardati in cagnesco, a distanza. Invece eravamo lì, come se improvvisamente ci fossimo riconosciuti come membri di una stessa famiglia, di una stessa squadra. Ci siamo riconosciuti subito. E questo il sistema non lo aveva previsto.
Ci aveva messo sempre nelle condizioni di competere sul campo per rubarci consensi, visualizzazioni, firme. Ed ora invece eravamo lì compatti pronti a buttare il cuore oltre l’ostacolo. Quell’ostacolo divenuto finalmente comune.
Così nel sistema è scattato un primo campanello d’allarme. Ed è arrivato il primo ordine di scuderia. Ritirare una cellula del sistema presente in quel progetto. Per indebolirlo.
Se un giorno Cateno De Luca mi concedesse l’autorizzazione (forse dopo le elezioni) di pubblicare il primo messaggio che gli inviai quando mi diedero il suo numero vi dimostrerei che si trattava proprio di una mia previsione sul gruppo di Roberto Castelli. Il quadro mi era già chiaro all’epoca (deformazione professionale) come chiaro mi divenne qualche settimana dopo il ritiro improvviso e insensato di Rizzo e Toscano dall’accordo ed il contestuale sospetto dimezzamento delle firme da parte del governo, mirato proprio a spaccare quell’alleanza.
Il quadro ora mi è finalmente chiaro.
Il fatto di essere riuscito in poche settimane a compattare gruppi di Agricoltori litigiosi da sempre e a portarli nel progetto è la testimonianza che gli eventi stanno subendo una accelerazione, effetto centesima scimmia.
La crescita in campagna elettorale sarà vertiginosa ed ingestibile dal sistema. Stiamo per assistere a qualcosa di unico nel mondo antisistema e ci stiamo rendendo protagonisti di quella rivoluzione che viaggia parallelamente nella dimensione politica e spirituale.
Al momento Cateno De luca non si fida ancora pienamente di noi. Ci vede ancora come elementi esterni al suo mondo. E noi non ci fidiamo ancora di De Luca vedendolo ancora in parte come “quello dei droni”.
Ma se questo sodalizio dovesse dare i suoi frutti, come risultato di una unione delle diversità, contro un nemico comune, io credo che LIBERTÀ possa diventare davvero la chiamata alle “armi” di un mondo rimasto per troppo tempo intrappolato nel proprio recinto, gestito da falsi profeti che consapevolmente o inconsapevolmente impedivano il balzo quantico nell’arena politica.
Francesco Amodeo
(LIBERTÀ
www.francescoamodeo.it
www.federazionenoiitaliani.it)