Aleksandr Dugin
Questo mandato presidenziale di Putin è cruciale. Non si tratta di elezioni ordinarie, ma di un momento decisivo della storia russa moderna.
Putin è arrivato al vertice della sua storica carriera alla guida della Russia.
La Federazione Russa è stata fondata all’inizio degli anni ’90 come imitazione di un Paese periferico dell’Europa orientale che dipendeva dall’Occidente globale liberale e si dirigeva verso un’umile integrazione in esso.
La Russia era alla vigilia dell’inesistenza, dopo il tragico destino dell’Unione Sovietica, poi Putin è giunto e ha salvato lo Stato e il popolo.
Putin, durante il suo lungo governo, ha cambiato la natura stessa della Russia.
Ora la Russia non è più un Paese occidentale periferico, ma una superpotenza riemergente, uno Stato-Civiltà.
Tale giuramento di fedeltà al popolo russo, allo Stato russo e alla storia russa di Putin è il riconoscimento delle sue azioni e la promessa del futuro.
Quale futuro?
Penso che nel corso del prossimo mandato – quello decisivo – Putin cambierà la struttura formale della Costituzione russa.
Ha già apportato alcuni importanti miglioramenti, ma la Russia rimane in qualche modo un’imposizione coloniale dell’Occidente, che si sentiva negli anni ’90 come centro indiscusso del mondo multipolare.
Siamo quindi già in una diversa realtà multipolare e questo fatto deve essere fissato nella nuova Costituzione sovrana.
Prima di questo momento Putin era costretto a risolvere molti problemi tecnici. Ora la sua posizione è così solida che può dedicarsi a fatti e atti davvero storici.
La sfida di questo mandato è rimodellare lo Stato e la società russa, per installare la sovranità in tutti i livelli e gli strati della realtà. Oggi, quindi, in Russia sta avvenendo qualcosa di estremamente importante.
Uno dei pilastri più importanti dell’ordine mondiale multipolare viene eretto di nuovo e apre nuovi orizzonti al futuro.
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