di Fabio C. Maguire
Un vento soffia in Europa, un vento di pace e libertà.
Nell’affascinate città portuale di Göteborg un numero particolarmente cospicuo di residenti ha sfilato per le strade cittadine, manifestando la propria contrarietà circa l’adesione della Svezia all’intesa del Nord Atlantico.
Migliaia e migliaia di uomini e donne, nella giornata di sabato mattina, si sono radunate in centro città e sotto la guida del Comitato per la pace hanno marciato e bloccato i trasporti pubblici in diverse tratte urbane.
La Svezia non è Stato membro della NATO e molti dei suoi cittadini sono intenzionati a difendere con tenacia e forza questa sua neutralità.
Il concetto è stato espresso perentoriamente sugli striscioni che aprivano il corteo, in maniera secca e inequivocabile: “NO ALLA NATO”.
I manifestanti hanno intonato inni e canti rivolti direttamente ai signori della guerra: “Non un solo soldato, non un solo fucile, non una sola corona all’esercito della NATO”.
“Vogliamo rendere visibile che esiste una resistenza popolare alla NATO”, spiega Tor Härnqvist organizzatore.
Manifesti, bandiere e slogan contro la guerra e l’invio di armi e munizioni al regime di Kiev.
“Non vogliamo assolutamente unirci a questa grande guerra di potere che si sta svolgendo tra Stati Uniti, Cina e Russia, dove diventiamo solo uno stato vassallo nel gioco della politica del grande potere”, cita il quotidiano Goteborgs Posten.
La Svezia non deve trasformarsi nella base logistica degli Stati Uniti.
A tal proposito la folla ha chiesto la sospensione di tutte le operazioni ed esercitazione militari, in primis della cosiddetta “Aurora 23”, ossia il più imponente addestramento internazionale degli ultimi 25 anni il quale sta coinvolgendo ben 14 paesi.
“Che le decisioni vengano prese dal popolo e non dall’alto” ha affermato Gunnel Berge, uno dei promotori della mobilitazione.
L’imperialismo statunitense sembra essere giunto a capolinea, nonostante la sudditanza delle classi dirigenti, il popolo europeo è stanco e stremato di pagare il prezzo di guerre straniere.
“É un’onda che si alza dalle periferie e monta nelle scuole passa per le acciaierie encombe sui quartieri della ricca borghesia e fa tremare i palazzi della colta ipocrisia.”