di Fabio C. Maguire
L’ECOWAS si è deciso sulla crisi del Niger, valutando come positiva e congrua la possibilità di un intervento militare nel paese.
Secondo le stime, all’operazione dovrebbero partecipare circa 25.000 soldati, un numero elevato se si tiene conto della forza militare dei paesi africani nella regione.
La Nigeria dovrebbe essere a capo dell’iniziativa, guidando l’intervento attraverso un numero maggiore di personale attivo.
Nonostante ciò i senatori nigeriani avevano lamentato l’inadeguatezza dell’esercito per un’operazione militare su vaste scala, criticando i ritardi nella preparazione e nell’approvvigionamento di armamenti ed equipaggiamenti.
Inoltre, il Niger, secondo alcuni analisti, dovrebbe rappresentare, a livello militare, una delle forze maggiori della regione e, considerando anche il sostegno di Mali e Burkina Faso, un’invasione del paese potrebbe risultare notevolmente difficoltosa.
Al di là delle decisioni prese dal Consiglio dell’ECOWAS, ancora non si sono registrati movimenti significativi di truppe al confine con il Niger.
Infatti, i paesi del Consiglio dell’Africa Occidentale sembrano indugiare davanti all’eventualità di uno scontro militare, posticipando attentamente le proprie sedute di giorno in giorno.
A tal proposito, il vertice dei capi di Stato dell’Organizzazione economica africana è stato nuovamente rinviato e si terrà a breve in Ghana, ad Accra.
La Francia, come dichiarato dal Ministro degli Esteri, sostiene la decisione presa dall’ECOWAS per un intervento militare in Niger, soluzione gradita anche agli Stati Uniti.
La Russia, che sino ad ora aveva mantenuto un basso profilo, ha dichiarato la propria contrarietà all’intervento militare programmato dall’ECOWAS.
Mosca ha difatti messo in guardia i paesi africani sulle ripercussioni che uno scontro militare potrebbe avere sulla regione.
L’impatto sarebbe devastante e non funzionale alla risoluzione della crisi.
Inoltre, ad opporsi ad un ipotetica guerra è anche il popolo nigeriano che ha sfilato per le strade della capitale, criticando le scelte del Presidente Tinubu di inviare proprie forze militari in Niger.