È stato recentemente pubblicato il c.d. Piano Scuola 4.0 che mira a una vasta digitalizzazione grazie a un massiccio finanziamento (prestito) europeo.
Il progetto è previsto dal PNRR per accompagnare le linee di investimento nel campo della didattica digitale (ben 2,1 miliardi di euro).
Digitalizzare è un imperativo categorico.
Poco importa che la prolungata esposizione degli studenti ai dispositivi elettronici possa comportare nel tempo effetti deleteri anche gravi.
A riguardo, infatti, è stata chiara la VII Commissione Permanente (Istruzione Pubblica e Beni Culturali) del Senato nel Documento approvato nella seduta del 9 giugno 2021, documento di cui poco si è parlato ma che, invece, sarebbe bene leggere poiché fa espresso riferimento a danni fisici e psicologici.
“Ma a preoccupare di più” – si legge nella relazione – “è la progressiva perdita di facoltà mentali essenziali, le facoltà che per millenni hanno rappresentato quella che sommariamente chiamiamo intelligenza: la capacità di concentrazione, la memoria, lo spirito critico, l’adattabilità, la capacità dialettica”.
IL SEGUENTE ARTICOLO entra ulteriormente nei dettagli di questo preoccupante documento e riporta anche l’intervento del giurista e docente universitario Giuliano Scarselli che definisce “devastante” il Piano Scuola 4.0 e sottolinea che presenta “più di un dubbio di legittimità costituzionale”.