di Fabio C. Maguire
Uno sciame di droni ha colpito l’aeroporto militare-civile di Pskov, danneggiando diversi velivoli Il-76 presenti all’interno della struttura.
Ad aver programmato l’attacco sarebbe stata l’Ucraina.
Ma scaricare su Kiev la responsabilità è un espediente abituale dell’Occidente che, consentendo all’Ucraina il diritto morale di compiere deliberatamente atti di terrorismo contro la Federazione Russa, si esenta da qualsiasi colpevolezza.
La versione di Kiev non è attendibile se si considera la distanza tra l’Ucraina e Pskov, circa 800 chilometri.
Tenendo conto della lontananza, molti esperti ritengono improbabile che l’attacco di droni possa essere partito da una base militare ucraina.
Inoltre, per arrivare a Pskov i droni avrebbero dovuto sorvolare l’intera Bielorussia, ed è inverosimile che Minsk non abbia proceduto ad intercettare i UAV o ad avvertire Mosca dell’imminente attacco.
Si presume che i droni possano essere partiti da un paese NATO, confinante con la Russia, come ad esempio dagli Stati Baltici.
Infatti, l’Estonia dista solamente 65 chilometri dall’obbiettivo, mentre la Lettonia 50 chilometri.
Potrebbe essere un tentativo della NATO di sondare le linee difensive di Mosca, valutando contemporaneamente le cosiddette linee rosse della Russia.
Alcune fonti turche scrivono che l’attacco a Pskov dall’Estonia “è stato pianificato dagli inglesi, da unità delle forze speciali SAS con il coinvolgimento di specialisti distaccati dalla direzione principale dell’intelligence del Ministero della Difesa ucraino.”
Secondo i suddetti, il supporto dell’intelligence è stato organizzato dagli americani con l’aiuto di ricognizione satellitare, di attrezzature RER ed EW e di navi da guerra.
Se ciò venisse confermato potrebbe essere un serio problema, un valido motivo di escalation che certificherebbe l’attacco di un paese NATO alla Federazione Russa.
Un serio problema che potrebbe condurre alla Terza Guerra Mondiale.
Non mancherà nei prossimi giorni la reazione di Mosca che, dall’ultima notte, è tornata a colpire con un massiccio attacco la capitale ucraina, un evento che non si verificava dalla scorsa primavera.