Secondo molte e attendibili fonti (a cominciare da The Guardian) da quando la FIFA nel 2010, in un evidente contesto di corruzione, ha assegnato al Qatar di organizzare i mondiali di calcio del 2022, sono morti almeno 6500 lavoratori – arrivati per lo più da India, Pakistan, Nepal, Bangladesh e Sri Lanka – per infarti, stress termico o per cadute “accidentali” mentre costruivano le infrastrutture per le gare che inizieranno domenica 20 novembre.
I migranti prendono in media da 250 a 350 euro al mese per 11 ore di durissimo lavoro al giorno.
Nel ricco Qatar i diritti umani sono quotidianamente calpestati. E la libertà di parola è un sogno.
La Rai, servizio pagato con i soldi pubblici, ha inviato un piccolo esercito di 100 persone per raccontarci le epiche gesta degli dèi del pallone.
Per fregiarsi del titolo di essere umano, per non essere conniventi coi criminali, sarà meglio rifiutarsi di vedere quanto proposto: non accendendo la tv in quelle ore oppure cambiando canale se si parla dei Mondiali dell’ingiustizia e dell’inganno.
Se molte persone lo facessero si tratterebbe di un significativo avvertimento al mondo di tronfi e cinici miliardari adorati da acefali leccapiedi
Giuseppe Callegari – Grazie di Curtatone