Verso l’apertura del Sinodo.
La nuova normalità di Bergoglio: né croci, né benedizioni e l’ala liberal dei vescovi vuole rivoluzionare la Chiesa.
Antonello Cavallotto
Né il segno della croce, né la benedizione, neppure esequiale.
Quasi rappresentassero ormai forme obsolete, vecchie, desuete reminiscenze di una Chiesa antica in cui la forma era segno e il segno attualizzazione di sostanza invisibile ma di effetti ed influssi spirituali “reali”.
Si rilegga il tridentino (catechismo) alla voce “sacramenti” o il Benedizionale, testo rituale romano della Chiesa cattolica per le preghiere di benedizione alle persone, agli animali e alle cose.
Sapienza antica da “aspersorio” che la Chiesa in “uscita” di Francesco pare ancora una volta accantonare per una nuova e più rispettosa sintassi sacramentale più vicina al “popolo” all’immigrato, al mondo Lgbt (senza aggiunte).
Questo è il nuovo “popolo” eletto per il quale sacrificare il Tabernacolo Santo.
Né croci né benedizioni. Quindi.
Ancora una volta, è triste scriverlo, a questo Papa piace scandalizzare più che evangelizzare. Rompere schemi, più che costruire Arche di salvezza.
Occorre che lo scandalo accada… è anche scritto… certo, ma mai si era visto un papa senza simboli senza croce e senza mano benedicente a un funerale di un ex presidente laico (e di quale laicità!) della Repubblica italiana.
A sua difesa si è detto e scritto che Francesco non è nuovo a questi gesti. Che è un papa che nel nome del poverello, ama rompere gli schemi. Con la differenza non proprio leggera che il poverello usava il Tau per benedire e non la mano “a compasso” sul cuore che, dati il luogo e le circostanze, ha fatto parlare di gestualità massonica?
Ma il papa ne era cosciente? A sua difesa alcuni hanno scritto che il papa è vero benedice poco ricordando il suo: “fratelli e sorelle, buona sera” pronunciato dalla Loggia delle Benedizioni (che se è denominata così vorrà dir pur qualcosa).
Un saluto – e non quindi una benedizione – che allora (mi) sbalordì e confesso mi preoccupò.
Vi intravvidi l’inizio di una cosciente e mirata rottura con la Tradizione.
Mercoledì p.v. inizierà l’assemblea sinodale dei vescovi. Il Sinodo dei sinodi, come l’ha già definita la stampa.
Qui l’ala liberal dei vescovi, molti dei quali con posizioni più dirompenti dello stesso Bergoglio, daranno battaglia ma non per porre un freno al dirompente secolarismo e decadimento morale della Chiesa o per riaffermare la sana dottrina al mondo, bensì per “benedire” le nuove forme di celibato e di “matrimonio” gay nel solco di una nuova pasqua di un Vaticano III.