di Fabio C. Maguire
Alcuni paesi della NATO potrebbero inviare truppe in Ucraina qualora gli Stati membri, compresi gli Stati Uniti, non dovessero fornire garanzie di sicurezza tangibili a Kiev al vertice dell’Alleanza a Vilnius, ha riferito l’ex Segretario dell’Organizzazione del Nord Atlantico Anders Rasmussen.
L’attuale responsabile della NATO Jens Stoltenberg ha osservato che la questione circa le garanzie di sicurezza sarà all’ordine del giorno a Vilnius, informando che però la NATO per ora ha esclusivamente fornito garanzie di sicurezza a pieno titolo ai membri a pieno titolo.
Rasmussen, invece, ha dichiarato che fosse imperativo che l’Ucraina ricevesse garanzie di sicurezza scritte, preferibilmente prima del vertice di luglio.
Secondo il danese queste devono riguardare la condivisione dell’intelligence, l’addestramento congiunto dell’Ucraina, una maggiore produzione di munizioni, l’interoperabilità della NATO e una fornitura di armi sufficiente a dissuadere la Russia da un ulteriore attacco.
Ha però avvertito che le garanzie di sicurezza non sarebbero state sufficienti.
Infatti, “alcuni alleati potrebbero essere a favore delle garanzie di sicurezza per evitare effettivamente una vera discussione sulle aspirazioni di adesione dell’Ucraina. Sperano che fornendo garanzie di sicurezza, possano evitare questa domanda. Non credo che sia possibile. Penso che la questione della NATO sarà sollevata al vertice di Vilnius. Ho parlato con diversi leader dell’Europa orientale e c’è un gruppo di alleati dell’Europa centrale e orientale che vogliono almeno un percorso chiaro per l’Ucraina verso l’adesione alla NATO”.
L’ex Segretario ha continuato supponendo che “se la NATO non potesse concordare un percorso chiaro e lineare per Kiev, c’è una chiara possibilità che alcuni paesi possano agire individualmente.”
“Sappiamo che la Polonia è molto impegnata a fornire assistenza all’Ucraina. Non escluderei la possibilità che Varsavia si impegni ancora più forte in questo contesto, seguita dagli Stati baltici, a disporre truppe sul terreno”.
La Polonia, animata da un forte sentimento anti-russo, cosi come le tre Repubbliche baltiche, sarebbe pronta a spedire parte del proprio esercito in Ucraina, regolarizzando l’intervento militare della NATO.
Nei primi quindici mesi di scontro l’Occidente ha fatto un massiccio utilizzo di mercenari, provenienti dalle fila occidentali o promuovendo una campagna di reclutamento nei paesi del Terzo Mondo.
Infine, agenti d’intelligence occidentale hanno lavorato segretamente per anni in Ucraina sia nella fase pre-conflittuale che in quella conflittuale, fornendo assistenza logistica e tattica a Kiev e dirigendo l’azione militare ucraina, impegnandosi minuziosamente però a nascondere le tracce della propria presenza.
Si passa adesso ad una partecipazione pubblica della NATO, o almeno di alcuni suoi membri, con una presenza ufficiale e dichiarata di truppe combelligeranti di paesi UE e dell’Alleanza Atlantica.
Potrebbe essere la nuova linea rossa che sta per essere oltrepassata nonostante Anders Rasmussen abbia dichiarato la legalità di tale assistenza militare.