L'Italia Mensile

LA MISTIFICATRICE       

di Pamela Testa

Non abbiamo alcuna fiducia in forum politico-economici come quello di Cernobbio, ma l’incredibile performance di fandonie e dati esposti in maniera quantomeno “artata” della quale si è resa protagonista la premier Giorgia Meloni è davvero imbarazzante, non tanto per lei, da sempre abituata ad ogni tipo di giravolta in base alle convenienze (e alle connivenze) politiche del momento, quanto per il Paese, questo nello specifico, che amministra attraverso il suo governo di miracolati e gossippati vari.

Così capita pure che la “patriota” in questione (e mai termine fu più abusato per aggettivarsi), vada inopinatamente ad addentrarsi sul conflitto russo-ucraino profittando d’una platea di tale rilievo che attrae sulle sponde del lago di Como ogni appendice del mainstream.

Come sempre quanto tratta di questo tema proprio non ce la fa a trattenere tutto il suo essere (servilmente) ultra-atlantista, anche a costo di esporre fatti già smentiti da altri fatti oppure a decantare dati che, oltre ad essere datati e dunque abbondantemente superati dall’attuale situazione delle forze in campo, sono anche subdolamente mistificati in maniera tale da offendere sfacciatamente chiunque conservi ancora un minino di senno in mezzo ad una massa sempre più depensante.

Con le sue tipiche espressioni facciali d’insopportabile sufficienza e malcelata altezzosità verso chi non è del suo stesso avviso, l’ineffabile Giorgia nazionale, fasciata dal suo elegantissimo tailleur dalle tonalità celesti, cala dunque su Cernobbio 2024 nella veste di messo divino di dantesca memoria esponendoci le sue verità sulle sorti della guerra e su come vanno approntati di tavoli di pace, visto che a parer suo (ma soltanto il suo) lo scontro tra russi e ucraini si troverebbe in una “fase di stallo”, con buona pace delle più recenti cronache – anche dei media più atlantisti – che danno invece l’esercito russo un rapida avanzata sull’intero fronte interessato, tutto ciò mentre lo sciagurato contrattacco ucraino nel Kursk resta impantanato nei campi con sempre minori possibilità d’uscire da lì indenne.

Bene, secondo tale messo divino che parla attraverso il verbo assoluto della Nato, i russi a febbraio 2023 avevano il controllo del 17,3% di territorio ucraino mentre a febbraio 2024 tale egemonia resterebbe di appena il 17,5%, e tant’è…

A parte il fatto che il dato riportato è vecchio di appena 7 mesi, ma la signora primo ministro Giorgia Meloni sa che la guerra NON si sta combattendo su TUTTO il territorio ucraino, bensì nel Donbass che del paese è la parte più orientale!?

Qualcuno ha informato la premier Meloni che, a dispetto delle sue miserevoli speculazioni percentualistiche, oltre il 90% del Donbass (ovvero delle provincie del Donetsk e del Lugansk) sono invece in mano russa?

Che senso ha parlare di territorio ucraino nella sua interezza quando sulle regioni più a ovest di Kiev non è arrivato nemmeno un bossolo arrugginito?

Davvero non ci sono altre ragioni se non quello di andare letteralmente ad annacquare il dato REALE oggi ottenuto dalla ”Operazione Speciale” di Mosca, portandolo dal 90 al 17%, ed in questo senso la Meloni ha dato prova della sua più profonda disonestà intellettuale, del suo più totale asservimento alle linee-guida impartitegli da Washington e da Bruxelles, e noi Sovranisti Popolari non permetteremo mai che una personalità del genere ci porti alla guerra con la strafottenza e la tracotanza di chi crede di essere superiore a tutto, anche della più conclamata verità.

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