Io credo che i “Sette punti” del programma di Italia Libera non sono semplicemente un contenitore di postulati programmatici sorretto da buone intenzioni ma anche uno strumento potente per analizzare e dare un senso di marcia alla nostra lotta, al dissenso e alla resistenza contro l’attacco antropologico della dittatura globalista.
Questa mia semplice notazione è stata rinforzata e approfondita dalla lettura in questi giorni di un piccolo libro, presente nelle edicole, scritto da Fabrizio Gifuni dove si trovano le lettere autentiche di Aldo Moro.
In questi scritti viene messo in luce proprio il punto centrale del nostro agire politico per contrastare quel cambiamento della natura del nostro Stato che tracimò proprio dal Tribunale del popolo delle Brigate Rosse, sottoponendo il grande statista ad un delirante processo.
Si appalesò in quel frangente la volontà eterodiretta di creare un Moloch istituzionale al quale chiedere addirittura il “permesso” per esprimere un qualsivoglia dissenso e se si vuole esplicitarlo, in qualche modo, lo si può fare solo mediante la “neutralizzazione” dello scontro come hanno “recitato” Paragone e Rizzo in questi giorni.
Ma la funzione della politica che dobbiamo portare avanti la ritroviamo in queste parole di Aldo Moro:
“Si tratta di capire ciò che agita nel profondo la nostra società, la rende inquieta, indocile, irrazionale, apparentemente indomabile.
Una società che non accetti di adattarsi a strategie altrui, ma ne voglia una propria in un limpido disegno di giustizia, di uguaglianza, di indipendenza, di autentico servizio dell’uomo”.
La Missione di Italia Libera!
Di Giulio Saraceni