Negli ultimi anni tra le numerose battaglie politiche della Lega di Salvini abbiamo sentito spesso parlare della flat tax, presentata come la panacea per risolvere l’annoso problema dell’eccessiva fiscalità che da decenni contraddistingue lo Stato italiano. Secondo il leader del Carroccio questo strumento permetterebbe anche di risolvere la questione dell’evasione fiscale, poiché dovrebbe permettere a tutti di pagare meno tasse rispetto ad oggi e quindi l’intera popolazione sarebbe invogliata a seguire le regole. Ma come funziona esattamente questa flat tax, ennesimo orribile anglicismo utilizzato dalla nostra (?) classe politica? In poche parole si tratterebbe di utilizzare un’unica aliquota fiscale, di norma si parla del 15 per cento, per tutti i redditi senza alcuna distinzione.
E’ realizzabile questo progetto e, soprattutto, a chi porterebbe benefici? Ricordiamo per prima cosa quanto è scritto nell’articolo 53 della Costituzione italiana: “Tutti sono tenuti a concorrere alle spese pubbliche in ragione della loro capacità contributiva. Il sistema tributario è informato a criteri di progressività”. Il secondo capoverso è quello più importante poiché prescrive il principio di progressività: secondo una corretta visione improntata alla giustizia sociale, chi ha maggiori ricchezze è maggiormente tenuto a sostenere la spesa pubblica. Gli esponenti della Lega hanno però già precisato che la loro proposta non sarà mai incostituzionale perché prevederà comunque una no tax area per i redditi più bassi e maggiori deduzioni rispetto ai redditi più alti.
Guardiamo ora un po’ di numeri per cercare di capire chi sarebbe avvantaggiato da questa riforma. Ipotizziamo un’imposta familiare pari al 15 per cento per i redditi fino a 80000 euro e del 20 per cento per i redditi superiori, con deduzioni di 3000 euro in proporzione al reddito: in questo caso per le famiglie con reddito fino a 30000 euro nulla cambierebbe rispetto all’attuale sistema tributario. Nel caso invece di una famiglia di 4 persone con 2 familiari a carico vi sarebbero 268 euro annui di vantaggio a 40mila euro, quasi 9000 euro a 80mila euro e quasi 70mila di vantaggio a 300mila euro. Quindi a trarne vantaggio sarebbero soprattutto le famiglie più ricche!
Senza scordare un altro aspetto importante. Secondo alcune stime la riforma sostenuta fortemente dalla Lega comporterebbe un costo per le casse dello Stato pari a circa 60 miliardi, cioè più della metà del finanziamento annuo del sistema sanitario nazionale. In altre parole, gli italiani pagherebbero sì meno tasse ma poi si vedrebbero ridotti sicuramente i servizi pubblici essenziali, tra cui quelli sanitari. Ovviamente a risentirne sarebbero le classi meno abbienti, dato che i più ricchi potrebbero tranquillamente continuare ad utilizzare i servizi privati. E’ proprio questo l’obiettivo reale del Carroccio: smantellare quel poco che è rimasto del nostro Stato sociale. E noi, come patrioti e socialisti, non possiamo che essere contrari a questo progetto criminale di macelleria sociale.
Alessandro Cavallini