Ormai è un dato certificato.
Non solo storico.
I sentimenti filoamericani di Fratelli d’Italia e la ragione per la quale gli Usa non hanno alcunché da temere da un’eventuale vittoria del centrodestra non solo si fondano su uno storico atteggiamento filo-atlantico della destra italiana, da Almirante in poi, e sulle reiterate manifestazioni di amicizia con gli Stati Uniti e di conferma dell’alleanza atlantica da parte della Meloni.
Oggi sono testimoniati anche dal posizionamento di un allora membro del Pdl e oggi esponente di Fdi come Ignazio La Russa.
D’altronde è la tradizione missina ad essere sempre stata dalla parte di Washington.
Il MSI votò per i patti atlantici, addirittura con Rauti segretario nel 1991 il partito post-fascista votò a favore della guerra in Iraq!
Poi dopo Fiuggi e la presa del potere dei “camerati” le posizioni furono anche di governo.
Per capire la fedeltà della destra italiana basta rileggere i documenti riservati redatti tra 2008 e 2010 da diplomatici americani in Italia e destinati al Pentagono, e poi resi pubblici da Wikileaks: essi certificano la piena stima dei rappresentanti Usa nel nostro Paese nei confronti di La Russa, come garante del filoatlantismo della coalizione e poi del governo di cui era parte.
D’altronde fu proprio il Ministro Ignazio a guidare la spedizione atlantica in Libia contro Gheddafi, andando persino contro il Premier Berlusconi.
A riprova si può riprendere ad esempio il cablogramma trasmesso nell’aprile 2008 dal console americano a Milano Daniel Weygandt al Pentagono, all’indomani di un suo incontro con La Russa, pochi giorni dopo le elezioni politiche in Italia e poco prima della formazione del governo Berlusconi, in cui l’esponente di destra sarà ministro della Difesa.
In quel rapporto classificato si legge che «La Russa è stato deciso sul fatto che gli Usa non devono preoccuparsi del nuovo governo eletto», e questo perché «è bene informato sulle installazioni militari Usa in Italia e le sostiene», ma soprattutto per una vicinanza ideale.
A proposito del suo sostegno agli Usa, è simbolica l’intenzione, poi confermata dai fatti, di La Russa «di recarsi in Afghanistan entro sette giorni dall’assunzione della carica per sottolineare l’importanza della missione italiana in quel paese».
Aldilà della condivisione ideale, piace al console Usa anche l’approccio dell’allora papabile ministro della Difesa: «La Russa è ansioso e voglioso di collaborare con gli Usa su una serie di priorità. Inoltre, il fatto che abbia già una lista di priorità prima di essere nominato ministro induce a sperare che sarà più proattivo e meno burocratico dei suoi predecessori», si legge nel rapporto.
Questo atteggiamento favorevole dei diplomatici Usa verso La Russa viene confermato un anno e mezzo dopo, in occasione dell’imminente visita, prevista per il 13 ottobre 2009, del ministro della Difesa italiano a Washington.
In quella circostanza è l’ambasciata Usa in Italia a emettere un cablo con destinatario il segretario della Difesa statunitense, Robert Gates.
Anche in questo documento si sprecano le lodi per il ministro italiano e il suo filo-americanismo che consente di mantenere saldo l’impegno italiano nella missione in Afghanistan.
Nel testo La Russa viene definito «un buon amico degli Usa, forte sostenitore dei comuni interessi per la sicurezza transatlantica. Di professione avvocato, è un accorto stratega politico, il cui aspetto e comportamenti piuttosto bruschi nascondono un’intelligenza acuta e piena padronanza per i dettagli».
E ancora, si specifica che «La Russa, una rarità in Europa, è un grande sostenitore della missione Nato in Afghanistan. Grazie alla sua ferma difesa pubblica, la missione ISAF rimane una priorità italiana di massimo livello. L’obiettivo principale della sua venuta a Washington è di ascoltare la posizione assunta dagli Usa sul futuro della missione (…). Subito dopo, dovrà ottenere il consenso in cdm per un nuovo decreto che finanzi l’attività all’estero di 9.000 militari italiani, 3.100 dei quali da destinare alla missione ISAF».
DA BUSH A OBAMA
È da notare come le manifestazioni di sostegno a La Russa fossero emerse sia nel 2008, sotto la presidenza di Bush, che nel 2009, sotto Obama.
Non a caso, ancora nel gennaio 2010, poco prima della visita di Gates in Italia, sarà l’ambasciatore Usa in Italia David H. Thorne a tessere le lodi del ministro. «Il 19 gennaio mi sono incontrato», scrive, «con La Russa, il quale è felice che tu abbia accettato il suo invito e sta lavorando alacremente per assicurare che il vostro meeting a Roma dia visibilità alla relazione bilaterale Italia-Usa nel campo della difesa che lui sta cercando di rafforzare in tutti i modi. La Russa è il nostro campione nell’interazione con l’Italia».
Altro che timori per l’atteggiamento di Fratelli d’Italia verso gli Usa.
Con un governo di centrodestra a guida Fdi le relazioni potranno solo ulteriormente consoldiarsi.
Scrivi La Russa ma leggiL’America.
Questo schieramento è Nato per servire il padrone oltre Oceano.