di Fabio C. Maguire
Nonostante una risoluzione adottata dalle Nazioni Unite, la quale impone una tregua temporanea nella Striscia di Gaza, le operazioni dell’esercito israeliano non diminuiscono e lo strazio della popolazione civile tende ad aggravarsi quotidianamente.
Tel Aviv si è dimostrata totalmente disinteressata ad applicare il dispositivo dell’ONU ed ha etichettato l’Organizzazione come anti semita, accusandola di parteggiare per Hamas.
Ma le Nazioni Unite non sono l’unica istituzione sovranazionale ad aver imposto delle direttive al governo israeliano.
Infatti, anche la Corte dell’Aia aveva già invitato Israele a prevenire qualsiasi tipo di atteggiamento o attività che potesse provocare un genocidio a Gaza.
La Corte aveva inoltre domandato a Tel Aviv di presentare un rapporto dopo trenta giorni per valutare la situazione dei civili imprigionati nell’enclave.
Ma la condizione, purtroppo, si è aggravata a dismisura nelle ultime settimane, specialmente nel settore settentrionale della Striscia dove la popolazione sta sperimentando una vera e propria penuria di generi alimentari.
A tal proposito, il Sud Africa e l’Irlanda hanno presentato un secondo documento alla CPI in cui viene illustrato un quadro della situazione estremamente inquietante e surreale.
Infatti, sembrerebbe che l’esercito israeliano stiamo scientemente provocando una carestia a Gaza, bloccando l’arrivo degli aiuti umanitari ed impedendo l’accesso ad esperti e dottori.
Inoltre, la rete pullula di video raccapriccianti di uomini e donne, e tragicamente anche di bambini, scheletrici, deperiti dalla mancanza di cibo e ridotti ad un cumulo di ossa.
Questo è l’allarme lanciato da Dublino che ritiene Tel Aviv responsabile di un mostruoso crimine di guerra che verrà discusso nella prossima udienza all’Aia.
Intanto la Corte Penale ha stabilito che devono essere adottate immediatamente nuove misure perché “le catastrofiche condizioni di vita dei palestinesi nella Striscia di Gaza sono ulteriormente peggiorate, in particolare in considerazione della prolungata e diffusa deprivazione di cibo e di altri beni di prima necessità.”
I giudici avvertono dunque Israele, rammentandogli che “la fame può essere crimine di guerra.”