di Fabio C. Maguire
L’attività propagandistica occidentale pone l’enfasi da diversi mesi sulla possibilità di una controffensiva ucraina che avrà luogo nelle prossime settimane.
Questa dovrebbe interessare vaste regioni del paese e nelle intenzioni dei suoi promotori dovrebbe ribaltare l’attuale superiorità strategica sul campo di battaglia.
Per molti analisti questa non condurrà ai risultati sperati a causa anche della caotica e precaria condizione dell’esercito di Kiev, impreparato e non sufficientemente organizzato per poter condurre un’offensiva su vasta scala.
Secondo molti esperti questa produrrebbe gli effetti contrari e segnerebbe la svolta decisiva del conflitto, con perdite in termini umani altissime per Zelensky.
Lo stesso capo di Stato Maggiore del Pentagono ha affermato che “l’Ucraina non è militarmente pronta per questo compito” e la sua iniziativa militare indebolirebbe maggiormente le difese nazionali.
Il coordinatore delle comunicazioni strategiche della Casa Bianca John Kirby ha confermato che Washington ha dato il consenso a Kiev per attaccare e impadronitosi della Crimea oltre che dei territori già integrati nella Federazione Russa.
Questa interpretazione viene condivisa da molti analisti nei circoli politici americani, i quali ritengono che gli Stati Uniti stanno agendo indubbiamente a favore dell’escalation militare.
A riprova di ciò anche una fuga di dati delle ultime ore, la quale parla di informazioni trasmesse dagli States all’Ucraina sulle basi e sulle postazioni militari russe nonché materiale concernente istruzioni per le forze armate ucraine per avvicinarsi e colpire i generali russi.
Secondo il New York Times queste informazioni sarebbero state consegnate regolarmente durante tutto il conflitto.
L’attività d’intelligence si è intensificata successivamente all’uccisione di alti ufficiali della NATO in un bunker a Kiev, colpito dal missile russo Kinzhal.
Quindi Washington avrebbe concesso a Kiev la possibilità di attaccare direttamente il territorio russo, ossia la Crimea.
A tal proposito un consigliere di Zelensky, Andriy Sybiha, giovedì ha affermato che se le forze ucraine riuscissero a raggiungere il confine della penisola, allora sarebbero disposti ad aprire una “pagina diplomatica per discutere di questo problema.”
Non vi è la certezza se queste dichiarazioni fossero veritiere o solo una falsa pista per trarre in inganno Mosca.
Nonostante ciò per precauzione le coste e le spiagge della penisola sul Mar Nero sono state trincerate e fortificate in attesa di un eventuale attacco ucraino.
Il Presidente brasiliano Lula ha suggerito al capo di Kiev di rinunciare alla Crimea e di porre fine alla guerra.
In caso di attacco diretto al proprio territorio nazionale sarà decisiva la risposta del Cremlino che segnerà inevitabilmente le fasi successive del conflitto.