L’infamante linea tenuta da “La Repubblica” nei confronti dei manifestanti e degli arrestati per
la manifestazione del 9 Ottobre 2021 si arricchisce di sempre nuove calunnie, con buona pace di
un’etica professionale che questi pennaioli di regime non hanno mai avuto.
Molto bene, dunque, apprendo che da “trait d’union tra i movimenti di piazza e la destra più eversiva” (così
come ci hanno definita sui giornali all’indomani del mio arresto manco fossi chissà chi…) vengo trasformata in casalinga.
Da una bugia all’altra…
Lo scorso 26 ottobre
La Repubblica, (in un articolo a firma di Giuliano Foschini riportante il titolo: Quel vento nero che soffia su
Roma “il 29 tutti in piazza per un altro assalto”) la sottoscritta, “eversiva” è ora divenuta “casalinga”.
Spiace contraddire un cronista così accurato e documentato (si fa per dire ovviamente), ma la persona a cui
si riferisce la casalinga non l’ha davvero mai fatta se non per le necessità che la maggioranza delle donne
hanno nel mandare avanti la propria casa, e lo dico con sacro rispetto di queste lavoratrici da sempre fulcro
della famiglia e dunque della stessa società.
Ho infatti perso il conto di quanti lavori ho svolto da quando, appena quattordicenne, andavo a guadagnarmi
qualche soldo durante i weekend e soprattutto d’estate per togliermi qualche piccola soddisfazione,
apprendere il valore del lavoro e non gravare sul bilancio d’una famiglia operaia, continuando
successivamente nel settore alimentare e della ristorazione, divenendo poi responsabile di un magazzino in
quel di Melbourne in Australia, Paese nel quale ho vissuto diversi anni.
A tale imprecisione (grave direi quando si vuol per forza appiccicare una certa etichetta addosso ad una
persona senza nemmeno informarsi un po’ su chi realmente sia e cosa faccia nella vita), si aggiunge anche
quella del mio fermo che – sempre a detta dell’articolista di cui sopra – sarebbe avvenuto il 9 ottobre 2021…
sbagliato anche questo.
Vede egregio Dott. Foschini, il 9 ottobre 2021 non sono stata fermata bensì soltanto MANGANELLATA A
SANGUE nonostante in quel momento non stessi opponendo alcuna resistenza e tantomeno minacciando
qualcuno, mentre il celerino che ha deciso di rompermi la fronte quella sera ha pensato bene di piazzare quel
colpo nella penombra, arrivandomi praticamente di spalle mentre ero assolutamente tranquilla.
Un’azione vigliacca e immotivata che ha senz’altro segnato la mia immagine, ma che peggio ancora ha
macchiato di vergogna la divisa di quell’agente, il quale resterà impunito anche grazie a cronisti faziosi come
Lei.
Quanto alla famosa felpa (peraltro rimasta imbrattata dal mio stesso sangue sceso a fiotti per quel gesto
ignobile), sappia che mi era stata regalata da una persona amica quello stesso giorno in occasione del mio
compleanno, e l’avevo indossata perché nelle sere d’ottobre a Roma può anche fare freschino, specie se sei
in piedi dall’alba e con mezzo panino nello stomaco.
Un capo d’abbigliamento invero semplice che reca un motto probabilmente lanciato da un soldato italiano
durante la Battaglia di Caporetto, se non addirittura di Gabriele D’Annunzio (ma Lei manco questo sa) e che
non ha altri simboli se non quello di un arcobaleno Tricolore.
Che poi Lei ed altri come Lei ci abbiano per forza voluto leggere un messaggio eversivo ed ancor più fascista
a me non importa assolutamente nulla, anzi, sarò più esplicita: ME NE FREGO! (così Le do modo di scrivere
un altro po’ di miserabili fandonie su di me… che poi passerò al mio avvocato).
Per il resto di tutto il Suo squallido articolo, che dire più..?
A parte il fatto che in “movimenti neofascisti” Pamela Testa non ha mai militato né è stata mai iscritta, rimane
però molto interessante apprendere dalla Sua stessa penna che, secondo il Ministro della Difesa Crosetto,
dietro di noi ci sarebbe “un gruppo intelligente e organizzato” oltre che “mosso direttamente dalla Russia di
Putin”… cialtronate prive d’uno straccio di prova e degne del peggior massmediologo con la erre moscia, con
il quale Lei Foschini farebbe benissimo il paio.
Ma poi mi domando e Le domando: il Ministro competente per questa materia è quello della Difesa oppure
quello degli Interni?
Per carità, in Italia tutto può essere… specie se poi al Viminale piazzi un Prefetto che prima avvalla attraverso
i suoi stessi funzionari di PS un corteo fino alla Cgil, e poi fa finire qualche migliaio di manifestanti in un imbuto
di celerini con il manganello già alzato e con blindati pronti a venirci addosso, in un’orgia di “moti ondulatori”
dal quale a uscirne con le ossa rotte siamo stati solo noi.
In ogni caso resto fiduciosa, io come i miei compagni di lotta siamo attualmente sottoposti ad un lungo
processo ma dal quale alcune verità sul quel bellissimo giorno d’orgoglio e di autentico riscatto popolare
cominciano finalmente ad emergere, e personalmente credo che una Giustizia – oltre a quella Divina – possa
esistere anche in questo disgraziatissimo Paese, dove chi doveva difendere il lavoro ed i lavoratori ha invece
preferito fare petting spinto con il peggior liquidatore a livello internazionale, in combutta con parlamentari
vergognosi e felloni ai quali interessava “dare stabilità e sicurezza” all’Italia… ma solo fino alla data in cui
avrebbero maturato i loro immeritatissimi vitalizi.
Comprendo poi che dopo gli oltre 880 MILIONI DI EURO in contributi pubblici, dai quali giornali come il Suo
hanno attinto a pienissime mani nel triennio 2019-2021 (e vediamo poi quanti ne hanno intascati nel 2022),
nonché il risanamento della Vs. disastratissima cassa pensionistica di privilegiati (avvenuta sempre ad opera
del Vs. “patrocinatore” Draghi) qualcosa bisognerà pur scriverla per continuare ad alimentare la “linea
editoriale” di Repubblica, a maggior ragione nel momento in cui tutta la farsa pandemico-vaccinale perde
sempre più pezzi e finalmente ci si accorge che i contagi non erano imputabili ai “no-vax”, bensì a sieri genici
sperimentali largamente inefficaci, dalla composizione ancora sconosciuta nonché causa di un’infinità di
effetti avversi.
Dunque cosa c’è di meglio, cosa può andare più di moda oggi se non l’agitare lo spettro del ritorno fascista
visto che a Palazzo Chigi è ora salita la “Le Pen della Garbatella”? (non è un’insolenza mia bensì una
definizione data più volte dalla stampa di cosiddetta sinistra).
Dunque vai ancora ed imperterriti con il famoso “assalto squadrista alla Cgil”, tanto qualche gonzo che ancora
ci crede lo si trova sempre, l’editore è contento e poco importa se tra le righe (a processo penale ancora in
corso) si tenta infamemente d’appesantire ancor di più la posizione di alcuni imputati descrivendoli come la
versione 2.0 di Balbo, Bianchi, De Bono, De Vecchi e Mussolini.
Lei Foschini fa irrimediabilmente pena, però non se ne crucci più di tanto perché nello squallido scenario di
questo giornalismo, comprato ad un tanto al kilo dal potere politico (visto che sempre meno gente è disposta
a pagare di tasca propria per leggere continuamente di strumentalizzazioni e falsità), la Sua firma come i Suoi
raffazzonatissimi pezzi, tutto sommato, si notano appena.
Pamela Testa