Roberto Bianchini
Distanziamento sociale, una delle peggiori disposizioni governative incontrate nel periodo pandemico e che risuona con orrore nelle nostre menti.
In un periodo storico in cui la rete, la televisione e la tecnologia già di per sé, alienavano l’uomo e lo condannavano ad un avvilente individualismo , il sistema dava un giro di vite alle nostre abitudini e alla socialità con il distanziamento sociale imposto.
Un distanziamento sia fisico (1 MT) che metaforico, imponendo a chi reputava giusto assecondare le disposizioni sanitarie di prendere le distanze da negazionisti e non vaccinati.
Insomma, le prove generali per dividere, e ovviamente, indebolire la massa popolare con tutto ciò che ne consegue in termini di confronto e scambio tra cittadini.
La presa di coscienza dei danni causati dalle disposizioni imposte, implica un analisi dei provvedimenti che l’uomo intellettualmente onesto é chiamato a poter svolgere nel sociale e nella sfera comunitaria.
Tornare comunità per tornare al confronto diretto e al contatto tra persone, tornare comunità per dire no alla digitalizzazione dell’essere umano, tornare comunità per dare il segnale chiaro e netto che l’uomo intellettualmente onesto e vigile, usa la tecnologia, e non la subisce.
Nelle piazze, nei bar, nei centri di aggregazione di quartiere, dovrà tornare necessariamente a vivere il contatto ed il confronto umano, é l’ultima possibilità che gli uomini hanno per seminare e aiutare le generazioni future nella guerra alla tecnocrazia.