L'Italia Mensile

Khamanei al mondo arabo: Uniamoci tutti contro il nemico l’invasore!

di Ramona Castellino

Ieri alla presenza della guida suprema iraniana Ali Khamanei, riapparso davanti ad una folla oceanica, si è tenuta la commemorazione per il martire Hassan Nasrallah.

Parole decise, nette accolte con applausi, accanto un fucile.
Definisce il regime israeliano un “vampiro”, che spolpa i popoli vicini, mai sazio della sua sete di colonialismo condito di sangue innocente e macchiato di “crimini sorprendenti” mai paragonabile per brutalità alle azioni della Resistenza.
I sionisti si infiltrano negli stati di tutto il mondo creando divisione e sedizione e lo ha fatto anche con i musulmani, afferma Khamanei.

Parla dell’azione iraniana missilistica su Israele definendola legittima punizione di portata minima in confronto ai crimini commessi da Israele e che l’Iran, se necessario, colpirà nuovamente e più duramente.
Nel corso del discorso dell’ ayatollah, si riscontra un nuovo paradigma: non si muoverà più con azioni individuali e solitarie, ma chiama a raccolta tutti i musulmani verso il nemico comune, un vero invito all’unità.
Palestinesi, siriani, libici, iracheni, egiziani, yemeniti, tutti chiamati a difendersi dalle aggressioni israeliane legittimandone il diritto di tutte queste popolazioni a difendersi e difendere la propria patria, dalle aggressioni criminali delle forze di occupazione.

Per questo difende l’azione del 7 ottobre e assicura la folla che l’Iran e tutti i suoi alleati non si tireranno indietro.

A riprova della chiamata all’unità, il leader supremo si esprime sia in persiano che in arabo.

Israele è avvisato e con lui gli Usa, gli invasori di sempre, che hanno fatto del Medio Oriente una terra di conquista, a suon di “bombe intelligenti” ed esportazioni della loro “democrazia”.
Il messaggio di Khamanei non lascia fraintendimenti. Il Medio Oriente resisterà e combatterà fini a che l’invasore non sarà sconfitto.
Guidando le preghiere del venerdì pubblicamente dimostra inoltre ad Israele e Usa che i leader iraniani non sono costretti a nascondersi e che hanno il sostegno del popolo affamato di libertà e giustizia.

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