Cara Questura di Roma,
è vero, le letterine si scrivono a Natale, ma il momento è particolare e anche questi auguri lo sono, e poi… non potevamo certo aspettare così tanto.
Comprendiamo bene che ruoli apicali e dirigenziali sono spesso il frutto di nomine politiche e non di riconoscimenti ottenuti sul campo, scelte spesso condizionate dai media e da guerre clientelari.
Purtroppo, però, questo stato di cose, ormai endemico, induce i vertici dell’ordine pubblico a prendere decisioni lontane dalla realtà, alquanto datate e quindi totalmente estranee ad ogni reale contesto sociale e popolare.
Scelte anche pericolose proprio per l’ordine pubblico, perché figlie di logiche superate dalla storia e motivate solo da logiche aprioristicamente anti popolari del tutto fuori contesto.
Avviene così che quartieri oggi assolutamente sereni, dove non esiste più la contrapposizione destra-sinistra, dove, anzi, le parti, anche quelle più radicali, trovano spazi di dialogo e confronto su lotte comuni, a giudicare dalle vostre azioni, continuano a rimanere “storicamente schierate da una parte” perché queste sono le sole categorie che conoscete.
Le medesime categorie che fanno sì che militanti ormai totalmente schierati sul fronte degli interessi dei proletari, degli ultimi e della nuova lotta di classe rimangano per voi “marchiati” a vita in modo miope e fuorviante, pur essendo accolti nei quartieri da quei cittadini impegnati nella fondazione e nella guida di movimenti popolari i cui esponenti di spicco provengono da tutt’altra storia politica.
Ma, voi, fuori da ogni logica e da ogni contesto vi trovate a prendere decisioni davvero inspiegabili, al limite della oggettiva provocazione.
Ci auguriamo che dipenda solo da carenze nell’aggiornamento o dal pregiudizio duro a morire, che sia questo a spingervi ad emanare divieti assurdi e ad personam, altrimenti ci sarebbe da pensare che in qualche modo vi faccia piacere muovervi secondo schemi che sanno di strategia della tensione ed opposti estremismi, epoche e modalità che le stesse esigenze di ordine pubblico sconsiglierebbero di alimentare.
Parlavamo di carenze nell’aggiornamento: forse non vi è chiaro che oggi il popolo romano (e quello italiano) è lontano dalla vecchia logica dell’ “anti” questo o quello, se ne frega della destra e della sinistra e non vuole guerre tra poveri.
Quando individua un nemico quello è il sistema politico e le sue istituzioni, anche quelle che lo difendono senza coscienza, calpestando diritto, diritti e Costituzione e, come in molti casi, anche volontà popolare e realtà territoriali, contesti molto differenti da quelli dipinti nei salotti televisivi, messi su dai giornaloni o da quella politica che, magari, ha voluto qualcuno di voi ai vertici di Questure, Uffici di Gabinetto o Digos.
Oggi gli esclusi innalzano il Tricolore, bandiera che unisce e non divide, e dietro il vessillo della Patria, dei lavoratori, dei precari, dei senza casa stanno migliaia di italiani che chiedono libertà di manifestare, di mobilitarsi, di non essere esclusi.
Chi siete voi per soffocare una maggioranza non più silenziosa, in nome di logiche di mezzo secolo fa?
Esistono ancora quartieri che appartengono ai rossi o ai neri? Evidentemente, nella vostra mentalità rimasta indietro agli anni ‘70.
Nessuno, oggi, tenta di inserirsi nelle lotte, il popolo, che non è certo “frescone”, sa riconoscere e riconosce chi è come lui, e, unito, lotta e si mobilita a difesa dei propri interessi, di quelle che sono le proprie quotidiane emergenze.
E, ormai, le comunità popolari resistenti sono maggioranza, sono quel 60% che non vota, che da tempo ha abbandonato gli schemi tanto cari al regime e a voi forze repressive.
Sarebbe il caso che usciste un po’ di più dai vostri uffici con le scrivanie di mogano e le attese fatte di pass, scorte e lunghi corridoi.
Roma e l’Italia cambiano fuori dai vostri palazzi del potere e dai salotti del mainstream.
Uscite, andate nelle borgate, ascoltate veramente i cittadini, forse capirete che siamo nel 2023, in quel mondo multipolare del terzo millennio che sta mettendo in soffitta certi meccanismi, rimasti – più o meno deliberatamente – solo nelle vostre “capocce” o messi lì de facto dai vostri veri “capoccia”… e buona Pasqua di resurrezione anche a voi.
ITALIA LIBERA