di Ramona Castellino
Sono drammatici i bilanci dei morti in Medio Oriente.
In Libano, ad Aitou per la prima volta dall’inizio del conflitto tra Hezbollah e Israele viene colpito un piccolo villaggio montuoso, in prevalenza cristiano, con l’uccisione di 18 persone.
Nelle ultime 24 ore, nella striscia di Gaza sono state uccise da Israele 45 persone tra cui 12 bambini, questa mattina bombardato l’ennesimo ospedale, quello di Deir al-Balah.
Uccise 22 persone, compreso un neonato nel raid contro una scuola, nel campo profughi di Nuseirat.
Nel campo profughi di al Shati, un attacco aereo ha ucciso 5 bambini che giocavano a biglie.
Una famiglia sterminata, tra cui 6 bambini sempre a Nuseirat.
Infine durante la notte bombardato l’ospedale deve al-Aqsa causando un incendio tra le tende degli sfollati causando 40 morti, alcuni per gravi ustioni.
L’ospedale stava lottando per curare i feriti dal precedente attacco ad una scuola nelle vicinanze che aveva causato 20 morti.
Nel mentre i “terroristi” di Hezbollah, bucano con un drone lo scudo israeliano, che poi così imperforabile non è, uccidendo 4 soldati.
In un genocidio senza fine, dove non serve più neanche tentare di giustificare sul perché se mai c’è ne fosse stato uno, si bombardino scuole, campi profughi, ospedali; i militari dell’Unifil si chiedono se devono rispettare le loro regole d’ingaggio che sanciscono una risposta al fuoco, laddove si venga attaccati.
Ovviamente la risposta a questa domanda non arriverà mai e ad oggi tutto il mondo è sotto scacco della prepotenza e della violenza Israeliana.