di Fabio C. Maguire
Dopo aver respinto le condizioni presentate da Hamas per una tregua umanitaria, il Presidente Netanyahu insiste con il pugno duro e ordina un attacco sulla città di Rafah.
Questa località, a ridosso del confine egiziano, ospita oltre un milione di rifugiati palestinesi che, una volta evacuati da Gaza, si sono stabiliti a Rafah nella speranza di poter accedere agli aiuti provenienti dall’Egitto.
Il Presidente israeliano ha disposto lo spostamento coatto dell’imponente tendopoli con l’intento di spingere gli esuli palestinesi all’estrema periferia dell’enclave.
Un’idea insana, scellerata e irrazionale che potrebbe avere delle serie ripercussioni sulla popolazione civile della città.
Un ennesimo affronto alla giustizia internazionale quello del Presidente Netanyahu che, insofferente del verdetto della Corte dell’Aia, insiste a perseguitare i cittadini palestinesi con azioni che poco hanno a che vedere con la lotta ad Hamas.
L’Egitto ha avvertito Israele che non tollererà un aggressione su Rafah e che sarebbe disposto a rompere gli accordi di pace se l’esercito israeliano dovesse irrompere nel villaggio.
Le autorità egiziane hanno perciò trasferito diverse unità di carri armati in prossimità del confine per prevenire un’ipotetica escalation in caso di invasione.
Le intenzioni criminali del leader israeliano sono state criticate da gran parte della comunità internazionale.
Persino il Presidente statunitense, Joe Biden, ha avvertito Netanyahu della pericolosità del piano che rischierebbe di alzare drasticamente il gia drammatico bilancio delle vittime di guerra.
Si attendono sviluppi nelle prossime ore.