di Fabio C. Maguire
La guerra nella Striscia di Gaza si sta inesorabilmente allargando a tutto il Medio Oriente.
L’ultimo attacco israeliano su Damasco ha colpito l’ambasciata iraniana, uccidendo personaggi di spicco dell’IRGC.
Tra questi risaltano due generali e cinque consiglieri del Corpo delle Guardie della Rivoluzione che secondo le prime indiscrezioni stavano svolgendo un importante lavoro in Siria su ordine di Teheran.
L’attacco potrebbe infiammare il Medio Oriente perché, stando al diritto internazionale, un attacco contro l’ambasciata iraniana equivale ad un attacco diretto al territorio iraniano.
Adesso bisognerà attendere la reazione dell’Iran che ha già promesso vendetta contro Israele, tacciando parallelamente anche gli Stati Uniti di complicità.
Washington per contrario ha respinto le accuse di Teheran e ha ribadito la propria estraneità alle operazione eseguite dall’IDF in Medio Oriente.
L’Iran si trova dunque ad un bivio: lasciare che anche questa aggressione passi in secondo piano o elaborare una dura e assertiva rappresaglia contro Tel Aviv.
Da questa decisione dipenderà il destino stesso del paese islamico, i cui reiterati attacchi contro i propri esponenti politici e militari ne stanno logorando l’immagine e il prestigio.
La Russia ha espresso la propria solidarietà, individuando nell’aggressività israeliana il problema cardine delle crescenti tensioni in Medio Oriente.
Mosca ha difatti dichiarato che questi attacchi, oltre a rappresentare un evidente violazione del diritto internazionale, innescano sentimenti di odio e revanscismo nelle popolazioni locali, aumentando così il rischio di uno scontro aperto nella regione.
Inoltre, la Russia ha ricordato ad Israele che un attacco alle strutture diplomatiche e consolari contravviene alle convenzioni internazionale, le quali garantiscono l’inviolabilità delle suddette.