Buongiorno a tutti e un grosso in bocca al lupo per i lavori in corso.
In primis voglio dire grazie.
Grazie a Nessuno Tocchi Caino, grazie a Rita Bernardini, grazie al mio amico Umberto per avermi accolto in questa famiglia.
Grazie perché Nessuno Tocchi Caino, oggi più di ieri, è davvero voce fuori dal coro, è bagliore di luce tra la tenebra.
Grazie da ex prigioniero, da detenuto sotto processo e in attesa di giudizio, perché dietro le sbarre Nessuno Tocchi Caino mi e ci ha fatto sentire meno soli.
Purtroppo oggi tra mondo fuori e carcere si è creata una frattura enorme, che rende sempre più complesso la risoluzione sei gravissimi, disumani e incivili problemi legati al mondo delle patrie galere.
Un ventennio di non cultura di destra, basata su egoismo, pregiudizi e becero razzismo hanno portato la popolazione a credere che le galere siano una discarica sociale.
D’altronde per l’uomo “perbene” più lontano ed isolato è chi gli dà noia, meglio è.
A chi è stato fatto crescere tra Drive In, Uomini e Donne e Grande Fratello cosa può interessare la vita degli “ultimi”?
Per fortuna c’è Nessuno Tocchi Caino che tiene la bara dritta e la guardia alta.
Oggi il carcere è un immenso ammortizzatore sociale per il regime.
I carceri sono centri di accoglienza per immigrati, comunità per tossico dipendenti, campo rom e manicomi.
Dentro al carcere, come una pentola a pressione, il sistema sta soffocando quello che per decenni non è riuscito a risolvere fuori.
Un infame razzismo porta a credere che meglio tenere in gabbia uno straniero che integrarlo, accoglierlo davvero o risolvere ala radice il problema immigrazione, business per cooperative e nuovi schiavisti, fonte di buon scontro politico a basso costo.
Dimenticandosi troppo spesso che parliamo di persone e dei loro diritti.
Chi poi ha la sfortuna di vivere il carcere comprende che la dignità non ha né razza né colore e che spesso questi disgraziati sono persone con più valori di connazionali annoiati che finiscono in galera per inseguire chimere mediatiche come la vita da Gomorra o da influencer…
Purtroppo il vuoto culturale che impera porta anche gli ultimi ad inseguire Totti ed Ilary, Rolex e bella vita, invece di lottare per la propria affermazione sociale e i diritti calpestati e scippati.
Così come porta una classe politica o a citofonare a chi considerato pregiudicato o a parlare, comodi dai salotti radical chic, a predicare senza conoscere le realtà.
In questo contesto, drammatico, dobbiamo lavorare, senza fare passi indietro, perché persona e valori collettivi non possono essere mai negoziabili.
Chi sbaglia è giusto che paghi, ma uno Stato che calpesta la dignità degli esseri umani e di fatto tortura i propri cittadini è più criminale di qualsiasi detenuto.
Si dice che per giudicare il grado di civiltà di un popolo non vanno viste cattedrali ed infrastrutture, ma le carceri.
In Italia siamo paese da terzo mondo.
Quella che un tempo era faro di civiltà e culla del diritto è diventata la patria della vendetta sociale, del 41 bis, del 4 bis, dell’ergastolo, della forza brutale dello Stato contro i suoi cittadini e detenuti.
Io faccio poche proposte, il parter dei presenti è ben più qualificato del sottoscritto.
Ma vorrei gettare nella mischia alcuni temi: indulto e amnistia su tutti.
Oggi unica soluzione per poter ripartire su tutto il resto.
Sovraffollamento, carenza di persone, anche sanitario, suicidi e morti per carenza di strutture mediche, fanno dei carceri italiani dei veri lager e posti di tortura e morte.
Poi vanno aboliti ergastolo, 4 bis e tutte quelle pene cosiddette affini che rendono impossibile il reinserimento.
Penso alla sorveglianza speciale ad esempio.
Questi sarebbero già primi passi verso una giustizia e una detenzione più civile e seria.
Non vendicativa e davvero rieducadiva.
Vi ringrazio per lo spazio che mi avete concesso.
E ancora grazie con tutto il cuore da parte mia, nostra e delle nostre famiglie.
Giuliano Castellino